Besana, dopo il mondo ora tocca all'Italia

Il nuovo dg Luca Catzola: vi presento la nostra idea di frutta secca

Besana, dopo il mondo ora tocca all'Italia
In quasi cento anni di storia - novantanove per essere precisi - il Gruppo Besana ha conquistato il mondo con la sua frutta secca. Oggi l'azienda della famiglia Calcagni mira anche ad essere presente sul mercato italiano: è arrivato il momento di proporre nel Bel Paese soluzioni e ricette innovative già sperimentate con successo all'estero e di scommettere sulla piazza tricolore, mercato che si è molto sviluppato negli ultimi anni.

La presenza a Marca è stata l'occasione di presentare il nuovo direttore generale di Besana, Luca Catzola. Il manager vanta una lunga esperienza nel settore del food&beverage, una carriera che si è sviluppata nel campo del marketing e delle vendite prima, fino a ricoprire funzioni apicali in gruppi come Ferrero, Coca-Cola, Star e Carrefour. Prima di approdare nel gruppo di San Gennaro Vesuviano (Napoli), il manager è stato amministratore delegato dell'azienda dolciaria Balconi.

Catzola, ci racconti come è nato il rapporto con Besana e perché ha deciso di lanciarsi in questa nuova avventura professionale.

Sono stato attratto da questa opportunità. La famiglia Calcagni vuole sviluppare ancora di più il proprio business: l'azienda è alla terza e quarta generazione, ancora coinvolta pesantemente nell'attività in prima persona. Ho trovato un'impresa sana e con un'attitudine verso la crescita e le nuove sfide straordinaria: il presidente Pino Calcagni ha una visione e una conoscenza delle dinamiche politico-economiche molto avanzata che è sempre stato in grado di trasferire all'interno dell'organizzazione. La mia entrata rappresenta un esempio di come la famiglia sia aperta al cambiamento e tenga a cuore soprattutto il futuro e il continuo sviluppo dell'azienda. Per quel che mi riguarda, la sfida ovviamente mi piace e poter lavorare in un ambiente piacevole e stimolante è un valore aggiunto. L'azienda ha un meccanismo decisionale rapido e ha obiettivi ambiziosi e io mi sono riconosciuto in questa visione.

E quali sono i suoi obiettivi?

I miei obiettivi si collocano in una visione strategica già definita dalla famiglia, che sia Pino che Riccardo Calcagni mi hanno rappresentato sin dal primo momento in cui siamo venuti in contatto. L'azienda ha una sua vision ben definita e io, nel mio piccolo, ho cercato di portare un contributo. L'idea è quella di continuare a sviluppare il business in continuità, crescendo nei Paesi e nelle aree dove non siamo presenti o comunque dove la nostra presenza ha ancora un potenziale inespresso. Tra questi Paesi c'è l'Italia: oggi vogliamo iniziare a raccontare anche nel mercato interno ciò che facciamo, vogliamo avere l'opportunità da parte dei retailer di considerci nelle loro scelte quali fornitori innovativi, di qualità e sostenibili. Abbiamo competenze di prodotto, di processo e una conoscenza della materia prima eccezionale, tutti plus che arrivano dall'aver servito in una storia lunga un secolo i clienti tra i più evoluti in Paesi come la Gran Bretagna, la Germania e quelli Scandinavi... Tutte le migliori catene all'estero si sono affidate a Besana.



Insomma, dopo il mondo ora tocca all'Italia.

L'azienda, per vocazione e volontà della famiglia, è da sempre stata focalizzata sullo sviluppo internazionale. A casa nostra, dove la frutta secca si è sviluppata negli ultimi anni, è però un peccato non giocare un ruolo significativo. Certo, il mercato italiano è difficile e frastagliato; la crescita del segmento è stata notevole e ora si sta consolidando nelle abitudini di consumo, ma il mercato italiano non è facile. Con l'umiltà che ha sempre contraddistinto Besana, l'azienda approccia la piazza italiana per capire le esigenze del consumatore e dei retailer, portando un proprio contributo di know-how.

Dopo anni di grande crescita, il mercato della frutta secca italiana nel 2018 ha rallentato e lo scorso anno ha visto un piccolo segno più. Come incrementare i consumi?

La nostra idea è di evolverci da frutta secca a prodotti a base di frutta secca. Per capirci una sorta di frutta secca fusion: prodotti aromatizzati, seasoning particolari, contrasti agrodolci, affumicature naturali. La sfida è nelle referenze particolarmente evolute e per noi non si tratta di lanciare novità, ma in casa abbiamo già tante soluzioni che all'estero hanno avuto successo e che ora dobbiamo far conoscere in Italia. Non è facile, certo, ma abbiamo i prodotti e i packaging giusti con la capacità di customizzare l'offerta per singolo retail.

Come interpretate il tema della sostenibilità?

Importiamo ed esportiamo da più di 40 Paesi, gestiamo il prodotto che processiamo, facciamo da trait d'union tra agricoltura e consumatore, from field to fork. La filiera è sempre stata una variabile critica di successo e in cento anni di storia Besana ha costruito relazioni importanti con altre famiglie che hanno fatto grande questo settore: il concetto di sostenibilità è insito nel nostro modello di business, solo che a volte ci dimentichiamo di raccontarlo. L'attenzione alla sostenibilità nasce perché riteniamo che fare cose sostenibili sia eticamente giusto ma anche profittevole, non c'è antitesi in questo. Procederemo quindi in questa direzione, sviluppando anche il bio che per noi rappresenta il 15% del fatturato ed è un driver importante del nostro sviluppo.



E sul fronte della riduzione dell'impiego della plastica su cosa state lavorando?

Abbiamo un nuovo imballaggio eco friendly, 100% biodegradabile e compostabile di prossima introduzione sul mercato. Sarà realizzato totalmente con materiali di derivazione cellulosica. E' una soluzione pensata per essere completamente recuperabile nella carta, un esempio concreto e lampante del nostro impegno a favore dell’ambiente. Besana conta 35 linee di packaging in quattro diversi siti produttivi, con oltre 125 milioni di unità di prodotto confezionate annualmente e più di 150 prodotti lanciati ogni anno. Nel 2019 sono stati sviluppati e lanciati sul mercato imballaggi realizzati in monomateriale PE (polietilene), riconosciuto completamente riciclabile dal mercato inglese, con un conseguente risparmio di 9 tonnellate di anidride carbonica. Grazie inoltre alla riduzione nell’utilizzo di plastica e all’uso di materia prima riciclata, Besana nel solo 2019 ha ridotto il consumo di CO2 di quasi 500 tonnellate che salgono a più di 2.000 considerando l’ottimizzazione e l’efficientamento dei processi produttivi.

Copyright 2020 Italiafruit News