Legacoop Agroalimentare, eletti i nuovi delegati

Legacoop Agroalimentare, eletti i nuovi delegati
Più di sessanta cooperative che associano 24mila agricoltori e occupano 7mila persone, per un valore della produzione di 1,7 miliardi di euro e un patrimonio netto di circa 500 milioni: sono le cooperative di Legacoop Agroalimentare della Romagna e di Imola che si sono riunite la mattina del 10 gennaio alla sala Nullo Baldini di Ravenna, per l’assemblea congressuale di settore. Erano presenti il presidente di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti, il presidente di Legacoop Imola, Raffaele Mazzanti e il consigliere regionale Gianni Bessi
L’assemblea – presieduta da Giovanni Piersanti, presidente di Cooperativa Agricola Cesenate – ha eletto i trentotto delegati del territorio all’assemblea nazionale di Legacoop agroalimentare che si terrà il 13 febbraio a Bologna.

Aprendo i lavori il responsabile del settore agroalimentare di Legacoop Romagna Stefano Patrizi ha ricordato che "le missioni per le nostre cooperative sono la sostenibilità e la distintività delle produzioni. Possiamo definirci una comunità che apprende, cioè persone che imparano, dentro cooperative che accumulano e producono conoscenza, dentro un distretto agroalimentare della Romagna unico, per qualità e quantità, sempre più integrato". 

Dal canto suo, il presidente di Legacoop Agroalimentare Nord-Italia Cristian Maretti, ha illustrato il documento che verrà presentato all’assemblea nazionale, analizzando la situazione del settore all’interno del quadro dell’Unione europea. Si è poi soffermato su alcune proposte per il futuro, fra le quali "la necessità di puntare sui rapporti di filiera, che hanno rilevanza strategica per il corretto e progressivo sviluppo del sistema. Chiediamo che il mondo politico ne prenda atto e sia conseguente nell’individuazione di un approccio strutturalmente congegnato a dare forza a questa scelta".

"Siamo impegnati – ha detto il presidente di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti – a sostenere le imprese agricole e quelle cooperative a migliorare la redditività dei loro bilanci, rafforzare la qualificazione delle filiere, sostenere i processi di innovazione in campagna e il rapporto con un mercato sempre più competitivo e deregolato. In Romagna le nostre cooperative stanno mettendo in campo importanti progetti, particolarmente improntati alla sostenibilità, come quelli relativi allo sviluppo e al potenziamento del settore biologico e alla collaborazione tra le varie cooperative impegnate in più settori, compresa la grande distribuzione cooperativa. Le preoccupazioni sul futuro del settore non mancano, a cominciare dai dazi di Trump e alle tensioni legate alla Brexit, ai cambiamenti climatici e a nuove emergenze come la cimice asiatica. Le risposte che servono al settore sono legate a un’Europa più forte che confermi le risorse destinate alla politica agricola comune e a un sistema più fluido e meno burocratizzato di rapida destinazione delle risorse alle imprese agricole e di trasformazione, facendo in modo che tutte le regioni italiane arrivino a una capacità di impiego delle risorse europee pari a quelle dell’Emilia-Romagna".

Il parlamentare europeo Paolo De Castro, ospite d’onore dell’iniziativa, ha affrontato uno degli argomenti centrali per il futuro del settore, la Politica agricola comunitaria: "il rischio concreto è che si vada in direzione di una rinazionalizzazione dei piani strategici, che renderebbe più farraginoso e difficile l’accesso ai fondi. Occorre che l’impianto del piano strategico rurale rimanga di tipo europeista, dando più flessibilità, in una logica di incentivo ai singoli stati, ma sempre in una cornice definita dalla Ue, senza rinazionalizzare la Pac".

Nel dibattito sono intervenuti Italino Babini (Apros), Mirco Zanotti (Apofruit), Stanislao Fabbrino (Fruttagel) e Marco Nannetti (Cevico).

Concludendo i lavori, il presidente nazionale di Legacoop Agroalimentare Giovanni Luppi ha ricordato i temi che saranno al centro dell’assemblea nazionale, tra cui "la Politica agricola comunitaria, perché se passa l’idea sbagliata della nazionalizzazione gli agricoltori italiani perderanno molte risorse. Su questo tema dobbiamo cercare l’unitarietà massima con tutto il mondo produttivo, aprendo un confronto con tutti gli attori del settore. Per questo dall’assemblea nazionale vogliamo rilanciare il percorso dell’alleanza delle cooperative partendo dal dato ormai acquisito che vede le centrali cooperative nell’agroalimentare già unite in tanti settori e filiere come il vino e l’ortofrutta".

Fonte: Ravennawebtv.it