Uva da tavola, l'Europa preferisce le seedless

Di Palma: «La richiesta, nell'ultimo anno, è cambiata drasticamente»

Uva da tavola, l'Europa preferisce le seedless
L'ultima campagna dell'uva da tavola dell'Emisfero Nord, che si è conclusa nelle scorse settimane, ha registrato un netto cambio di marcia nella propensione all'acquisto del consumatore europeo. Le produzioni con seme sono infatti diventate una nicchia di mercato nei vari paesi del Vecchio Continente e ciò ha ovviamente inficiato sulla vendita delle varietà maggiormente coltivate in Puglia come l’Italia, la Victoria, la Red Globe, la Regina bianca e la Palieri. Ancor più dell'annata precedente, quindi, gli europei hanno diretto le proprie preferenze di consumo verso le uve seedless. 

L’azienda pugliese Fruitsland è riuscita a beneficiare di questa macro-tendenza, come spiega a Italiafruit News il titolare Angelo Di Palma. “Dal punto di vista commerciale, la richiesta dell’Europa è cambiata drasticamente rispetto alle annate più recenti. Le uve con seme hanno sofferto in misura significativa per la scarsa ricettività diventando, di fatto, una nicchia”, sottolinea. 



Per quanto riguarda le seedless, secondo l’operatore, oggi il 60% del mercato europeo è ad appannaggio dalle produzioni a bacca bianca e il restante 40% è suddiviso tra rosse e nere. “Nell’ultima stagione - specifica l’imprenditore - abbiamo riscontrato la forte crescita delle richieste di uve rosse”. 

“In generale, possiamo ritenerci soddisfatti per il lavoro svolto e i risultati ottenuti nel 2019. Anche se, un po’ come tutti, ci siamo lasciati alle spalle una stagione non semplice in termini produttivi, visto che la produzione in pianta è stata inferiore alle annate precedenti a causa di condizioni svantaggiose nel periodo della fioritura”. 



L’annata 2019 ha visto la Fruitsland avviare un nuovo progetto improntato all’uva da tavola biologica, attraverso la creazione della società DolceVite Bio che si occuperà della produzione e della commercializzazione del prodotto biologico. L’obiettivo di lungo termine è portare la quota del bio a oltre il 30% dell’ettaraggio complessivo. 

L’anno scorso, l’azienda ha anche iniziato a produrre l’uva rossa Sweet Celebration e la bianca Sugar Crisp, due nuove cultivar senza seme di alto valore gustativo, frutto della partnership con il breeder Ifg. “Per la prossima campagna, sono in programma altre due novità - prosegue Di Palma - Saremo i primi produttori in Europa a disporre di una nuova cultivar nera con seme, con la quale intendiamo sorprendere quella nicchia di consumatori che è ancora affezionata alle uve non apirene. Lanceremo, al contempo, una nuova varietà seedless bianca a maturazione tardiva che ci consentirà di allungare ulteriormente il nostro calendario commerciale. Nel 2020, infine, continueremo a investire nei due programmi di ricerca Italian Club Variety e Nuvaut, nella speranza di poter riuscire a sviluppare e presentare sul mercato nuove varietà effettivamente italiane”, conclude.

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