Peperoni, in Sicilia è l'ora di Sweet Palermo

Op Platinum: «Raccolte al via. Per tutte le orticole subiamo la concorrenza di Spagna e Marocco»

Peperoni, in Sicilia è l'ora di Sweet Palermo
Nelle serre siciliane è iniziata la campagna di Sweet Palermo®, peperone allungato e dolcissimo sviluppato da Rijk Zwaan. L'Op Platinum di Ragusa, qualificato player del comparto orticolo, ha infatti dato il via alle prime raccolte proprio in questi giorni di fine dicembre.

"La raccolta, appena iniziata, proseguirà fino al prossimo 30 luglio. Quest'anno abbiamo scelto di realizzare sette ettari di Sweet Palermo®, ben cinque in più rispetto alla scorsa stagione. Tutta la produzione avviene fuori suolo", dice a Italiafruit News il presidente dell'Op, Giovanni Astuto.

"La nostra organizzazione sta puntando molto su questo innovativo peperone, che è disponibile in diversi colori (rosso, giallo, ecc.). Lo produciamo da tre stagioni e ci ha convinto. Tanto che oggi rappresenta circa il 60% della nostra superficie complessiva dedicata a peperoni".

“La gran parte dei volumi di Sweet Palermo® viene destinata sul mercato nazionale, grazie alla collaborazione con primari gruppi della Gdo”, prosegue Astuto. 



Nel complesso, l’Op Platinum riunisce una quarantina di soci produttori di orticole che coltivano in fuori suolo circa 80 ettari nel Sud est della Sicilia. Il pomodoro, la melanzana e il cetriolo sono tra i prodotti più importanti. Articoli che promuoverà alle prossime due fiere di settore: Fruit Logistica (5-7 febbraio 2020) e Macfrut (5-7 maggio).

Il contesto attuale di mercato non è per niente favorevole, soprattutto per quanto riguarda l’esportazione. Visto che Marocco e Spagna hanno preso in mano molti mercati dell’Europa con l’applicazione di prezzi estremamente bassi, potendo contare su costi di produzione e del lavoro nettamente inferiori rispetto all’Italia. 

“Per noi italiani è diventato praticamente impossibile vendere nel Nord e nell’Est Europa, dalla Germania alla Polonia alla Repubblica Ceca. Ma anche qui in Italia stiamo subendo una sorta di concorrenza sleale. Non possiamo competere con i prezzi della Spagna e del Marocco che, tra l’altro, possono utilizzare agrofarmaci che da molti anni sono usciti dai nostri disciplinari di produzione”.

“Negli ultimi quattro anni, purtroppo, le superfici di orticole qui nel Ragusano sono scese del 50%. Tantissime aziende sono fallite, specie quelle più piccole con pochi ettari. Chi non si è associato ha chiuso. E la causa principale - conclude - è l’Accordo commerciale tra Ue e Marocco, approvato nel 2012”. Un Accordo su cui le autorità europee dovrebbero vigilare di più e meglio, secondo Astuto, controllando prima di tutto i flussi che transitano nella piattaforma di Perpignan (Francia), vero e proprio hub della merce marocchina. 

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