Ortaggi, il diktat del gusto

Ricerca Nomisma per Nunhems: ecco le leve per aumentare i consumi

Ortaggi, il diktat del gusto
Gusto, salute, convenience e sostenibilità. Sono questi i principali driver di scelta per il consumo di frutta e verdura secondo Nunhems. Il brand della società sementiera di Basf Vegetable Seeds che, ieri a Bologna, ha organizzato la terza edizione del Business event for expert, un appuntamento dove ragionare insieme ai propri partner sullo sviluppo dei consumi ortofrutticoli. Per farlo, come ha spiegato il country head Nunhems per l'Italia, Jose Antonio Salinas, bisogna partire dal consumatore. Ecco perché la società ha commissionato a Nomisma un'indagine focalizzata sui prodotti orticoli.

"Il mercato oggi ha un attore, il consumatore, che ha un ruolo e un impatto fortissimo nel nostor business - l'analisi di Salinas - Con le sue decisioni impatta su du noi, anche molto in fretta. Oltre ai consumatori c'è un altro elemento da tenere in considerazione, il digital: il modo in cui produciamo, commercializziamo, è possibile valorizzarlo e gestirlo attraverso il digital. Il modello che produce ortofrutta senza valorizzarla non funziona più, bisogna creare valore e comunicarlo. Questo ha spinto la nostra azienda ad aggiornare la propria strategia aggiungendo alla specializzazione sulle singole crop cinque pilastri: il consumatore finale, dobbiamo andare oltre alla fornitura di semi e pensare all'healty eating; dobbiamo partecipare in profondità nei progetti produttivi, creando soluzioni di valore lungo la filiera agroalimentare; e poi come detto la rilevanza del digital, dalla comunicazione alla blockchain; la sostenibilità e poi la persona, al centro di tutto".



Nunhems è dunque pronta a giocare un ruolo da facilitatore, lungo la filiera, per valorizzare l'ortofrutta. Ma per far questo bisogna aver ben chiari i pilastri su cui si sostengono i consumi. "A nostro avviso i pilastri sono quattro - sottolinea Claudia Iannarella, consumer and customer manager di Nunhems Italy - e il primo è quello del gusto: i consumatori non sono più disposti a mettere in tavola prodotti che non hanno sapore. C'è poi la salute, perché le persone sono sempre più attente a cosa mangiano, consapevoli dell'impatto dell'alimentazione. E poi l'aspetto del convenience, cioè il prodotto giusto, la giusta quantità, la comodità di poterlo usare: in parole povere la risposta giusta all'esigenza del momento. E' un aspetto fondamentale, così come la sostenibilità: i consumatori hanno ben chiaro come le loro scelte mentre fanno la spesa possano avere un impatto sul pianeta. Bene, l'ortofrutta può rispondere a tutti questi criteri".



Nomisma ha quindi tracciato il profilo del consumatore di prodotti orticoli, attraverso un'indagine che ha coinvolto mille responsabili acquisto, tra i 18 e i 65 anni, in Italia.
Ersilia Di Tullio, project manager di Nomisma, evidenzia i criteri di acquisto degli ortaggi freschi: il 44% li acquista per le caratteristiche del prodotto, il 18% per l'origine, il 18% per l'utilizzo (piatto/ricetta) e solo il 15% guarda il prezzo basso o la convenienza. Sul grado di soddisfazione dopo l'acquisto, pur elevato (21% completamente soddisfatto, 66% abbastanza soddisfatto), la ricercatrice sottolinea che ci sono margini per migliorare ancora.



Ma su cosa si deve lavorare per spingere i consumi di ortaggi? Sui fattori incentivanti gli italiani non hanno dubbi: il 20% vuole più sapore, il 19% maggior trasparenza e tracciabilità, il 12% meno packaging, i 9% una conservazione più lunga e l'8% nuove varietà. Quindi se si dovesse fare una classifica delle leve su cui spingere si potrebbe indicare: gusto, tracciabilità, sostenibilità, innovazione e praticità.



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