Il ministro Bellanova annuncia un summit sul caporalato

E le Regioni: Ok la legge, ma sono necessari alcuni correttivi

Il ministro Bellanova annuncia un summit sul caporalato
Caporalato in agricoltura, la Conferenza delle Regioni, nel luglio scorso, aveva predisposto un documento nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul fenomeno. E nell'audizione alla Camera i rappresentanti degli enti locali avevano sostanzialmente detto che "la legge che c’è funziona, ma sono necessari alcuni correttivi”. Bene l'impianto, in sostanza, ma servono più azioni.

Una sollecitazione che ora potrebbe essere accolta dal nuovo ministro Teresa Bellanova. "La Legge contro il caporalato di cui si è dotato il nostro Paese è una norma eccellente, considerata best practice a livello europeo - dice il nuovo titolare del Mipaaf - Sta dando risultati importantissimi e a maggior ragione deve essere fatta funzionare completamente. Nei prossimi giorni, intendo incontrare imprese della produzione, della trasformazione, della distribuzione, per riequilibrare la catena del valore".



"Va spezzato il legame malato e illegale tra caporali e imprese e tra caporali e lavoratori - sottolinea - Non è quello il luogo dell'intermediazione del lavoro. Va spezzato il legame tra caporali e lavoratori migranti sul versante dei servizi: trasporti e luoghi di residenza. Uno sforzo enorme che va fatto non contro le aziende ma con le aziende, perché il caporalato significa concorrenza sleale e danneggia quelle imprese, e sono tantissime, che operano nella legalità, con esiti eccellenti. E che va fatto con i consumatori e la grande distribuzione. Se una lattina di pomodoro costa 50 centesimi da qualche parte qualcuno sta pagando un prezzo altissimo, spesso con la vita. Una spirale che va assolutamente spezzata".

"Dal rapporto dell’Ispettorato nazionale del lavoro del febbraio 2018 emergono alcuni dati confortanti sugli effetti positivi, prodotti dalla legge, dal punto di vista della repressione del fenomeno - è scritto nel documento redatto dalla Conferenza delle Regioni - Tuttavia, resta la necessità di rafforzare ulteriormente gli strumenti di prevenzione del fenomeno stesso. Attualmente, nei siti abusivi e nei ghetti del Sud sono presenti oltre 18.000 migranti, molti dei quali fuoriusciti dal sistema di accoglienza, che sono praticamente nelle mani del caporalato. Dall’analisi dei dati sui flussi stagionali, emerge chiaramente un quadro della situazione che, alla luce delle nuove normative e dei protocolli stipulati, consente di sostenere iniziative più efficaci, anche nel settore dei trasporti, che risulta uno dei punti di attenzione più strategici nell’affrontare tale piaga.Preme evidenziare, come già sottolineato in precedenza, la necessità di rafforzare gli interventi tesi a prevenire il fenomeno, anche attraverso la condivisione delle banche dati, delle rilevazioni statistiche e delle risorse utili a rendere più efficiente ed efficace l’azione di vigilanza nel settore agricolo, evidenziando eventuali zone grigie”.

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