«Uva da tavola, consumi calmi nonostante le promozioni»

L'analisi di Giacomo Suglia (Apeo): il mercato non compensa il calo della produzione

«Uva da tavola, consumi calmi nonostante le promozioni»
Una partenza a rilento per l'uva da tavola pugliese, nonostante le continue promozioni che sono state programmate dalla Gdo europea durante lo scorso mese di agosto. Lo spiega a Italiafruit News Giacomo Suglia, presidente dell'Apeo - associazione che raggruppa i principali produttori ed esportatori pugliesi di uve da tavola - nonché vicepresidente nazionale di Fruitimprese.

“I nostri prodotti, finora, hanno vissuto di sole promozioni. Ma il consumo è rimasto purtroppo abbastanza calmo. La nostra filiera, di conseguenza, non sta riuscendo a compensare i mancati introiti produttivi, derivanti dal calo dei volumi delle varietà precoci (Victoria, Black Magic, ecc.) prossimo al 40%, con punte del 50% per le seedless”.

Per quanto riguarda le cultivar medio-tardive più importanti, come Italia e Red Globe, “le quantità disponibili - secondo Suglia - saranno più o meno stabili rispetto all'annata precedente, al massimo potrebbe esservi un calo del 10%”. 


Giacomo Suglia 

L'elevata qualità dei frutti fa ben sperare per le prossime settimane di commercializzazione. Il presidente dell'Apeo confida, in particolare, che il mercato europeo possa riconoscere i maggiori sforzi che, negli ultimi anni, hanno compiuto i produttori italiani per assicurare la massima sicurezza alimentare e ambientale possibile. “Le nostre produzioni finiscono spesso con l’essere paragonate, in termini di prezzo, a quelle di Paesi che non offrono tutti i nostri pregi - evidenzia - Saremo perdenti fino a quando non riusciremo a farli capire chiaramente ai consumatori".

Suglia, infine, ritiene quantomai fondamentale l'apertura di nuovi mercati dell'Oriente, quali ad esempio la Cina, il Giappone e il Vietnam. "Abbiamo bisogno di una politica estera più concreta, una politica che non perda tempo a litigare ma a programmare. Fa male - conclude il presidente - apprendere che la Spagna potrà iniziare ad esportare in Cina (clicca qui per leggere la nostra notizia, ndr), quando produce solo 110mila tonnellate di uve l'anno, rispetto alle nostre 800mila".

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