Vendite all'estero: la Spagna corre, l'Italia arranca

Al giro di boa del 2019 vola l'export iberico, soffre il Made in Italy: i dati

Vendite all'estero: la Spagna corre, l'Italia arranca
Export ortofrutticolo, il giro di boa del 2019 trova l’Italia in affanno e la Spagna in forma. Nei primi sei mesi dell’anno le vendite iberiche sui mercati esteri sono cresciute del 4,18% rispetto allo stesso periodo del 2018, per un totale di 7,8 miliardi di euro, con volumi in ascesa del 10% (7,5 milioni di tonnellate). Le esportazioni di ortaggi, stando ai dati Fepex, hanno raggiunto i 3,5 miliardi di euro, con una crescita del 10,06% grazie soprattutto alle ottime performance del peperone (+16,12) diventato il primo ortaggio esportato dalla Spagna nel semestre (+23% in volume e +58% in valore). Bene anche lattughe, cavoli e patate. 

In lieve calo invece il valore dell’export di frutta (4,3 miliardi di euro, con un calo dello 0,22%) ma non senza alcune punte d'eccellenza: i frutti rossi hanno raggiunto infatti un massimo storico per complessivi 1,233 miliardi di euro, trainati dalla fragola (574 milioni di euro, +3,58%), dal lampone (314 milioni di euro + 10,32%) e dal mirtillo con 307 milioni di euro (+ 6,23%), anche se la crescita in volume è stata anche in questo caso superiore a quella registrata in valore.

Le importazioni spagnole di frutta e verdura fresca hanno toccato nel semestre quota 1,5 miliardi di euro, con una crescita del 4,76%, corrispondenti a 517 milioni di verdure (+ 24,5%) e un miliardo di euro per la frutta (-3%). L'Unione Europea rappresenta il 93% delle vendite di frutta e verdura fresca spagnola all'estero con 7,3 milioni di euro.


Per l’Italia, invece, le rilevazioni Fruitimprese su dati Istat relative ai primi cinque mesi confermano che gli esportatori della Penisola vendono di più ma guadagnano meno di quanto avveniva nel 2018: la bilancia commerciale tricolore evidenzia un aumento dei volumi del 5,6% rispetto al periodo gennaio-maggio 2018 a fronte di un -4,5% in valore, con “business” di 1,86 miliardi di euro. Un ulteriore peggioramento della situazione su marzo ed aprile - quando il "disavanzo" era del 3,8% - mentre rispetto al mese precedente si ridimensionano le importazioni sia in quantità (+0,1%) che in valore (+9,1%). Cala ulteriormente il saldo attivo della bilancia, ora ridotto a 139mila euro: è il 62,3% in meno dell’analogo periodo 2018. 

Si “svaluta” soprattutto la frutta fresca, il cui export sale del 19,4% in quantità ma perde il 10% secco in valore; doppio segno negativo per le esportazioni di legumi e ortaggi (rispettivamente -3,1% e 0,6%) e di agrumi (-10,9% e -6,3%). In progresso la frutta secca (più in volume che valore), in forte calo invece la frutta tropicale.

Alla voce import spicca il maggior valore degli acquisti di legumi e ortaggi, proprio il comparto in cui vanno forte gli spagnoli: un +35,3% cui corrisponde un +4,3% in quantità. In calo, viceversa, la frutta fresca, in progresso le importazioni di frutta secca, tutti segni meno per agrumi e frutta tropicale.  

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