Ciliegie sotto telone, la sfida del Centennial

Il 19enne Fedrigo ha introdotto per primo il metodo di coltivazione di Lang

Ciliegie sotto telone, la sfida del Centennial
“Sfida” maltempo, malattie delle piante e insetti con un metodo innovativo. Che potrebbe permettergli anche di anticipare i temi di maturazione. Elia Fedrigo, 19 anni, in questi giorni sta facendo parlare di sé per aver messo in pratica il metodo della coltivazione in serra di Gregory Lang, della Michigan State University (Usa), fautore delle ciliegie coltivate in tunnel, che pochi giorni fa ha partecipato al Simposio internazionale del ciliegio di Vignola (Modena). Fedrigo abita a Zevio (Verona) e gestisce un ettaro e mezzo dedicati al frutto a Castagnaro, oltre a sette ettari di seminativi e zucche ornamentali a Legnago, nella pianura scaligera.



Dopo la maturità ha creato con il padre Lucio una nuova azienda, la Società agricola San Francesco. Insieme hanno deciso di affrontare le sfide della natura in modo diverso riadattando una struttura protetta utilizzata per la produzione di ortaggi alla coltivazione di ciliegie. Nei tunnel multipli sono state messe a dimora piantagioni di ciliegi allevati ad altissima densità su Gisela 6 secondo il nuovissimo sistema denominato Ufo, Upright fruiting offshoot. Un sistema basato sull'allevamento a più assi colonnari permanenti.

 “Non abbiamo reti antigrandine, ma un vero e proprio telone in plastica, di 4,80 metri di altezza, che protegge le piante dalle intemperie e dagli sbalzi di temperatura, proprio come avviene con le fragole”, spiegano i Fedrigo. “L’altezza del telone permette alle piante di svilupparsi senza problemi. Abbiamo inserito 1.500 piante a distanza di due metri l’una dall’altra scegliendo le precoci per arrivare sul mercato prima delle ciliegie coltivate all’aperto. In una stagione normale i frutti potrebbero arrivare a maturazione già ai primi di maggio". Il potenziale produttivo è stimato in 80 quintali circa.



Lang ha voluto vedere con i proprio occhi l’impianto allestito in un contesto ben diverso da quello del Nord America. “La stagione cerasicola è stata ed è difficile - ammette Elia Fedrigo - non abbiamo subito le perdite di tanti colleghi, però l’umidità ha fatto ugualmente danni compromettendo la qualità dei frutti e provocando, seppure con entità minore, il fenomeno del cracking”. Nel veronese la raccolta delle varietà tardive dovrebbe proseguire fino a metà luglio, in collina; ingenti fin qui i danni da maltempo. La provincia vanta il 78% della superficie veneta coltivata a ciliegie, con 1.700 ettari (dati 2018 di Veneto Agricoltura), seguita a notevole distanza da Vicenza (270 ettari) e Treviso (140 ettari).

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