Drupacee, la grandine massacra 20 ettari della De Pascalis

L'azienda lucana colpita dal maltempo. «L'industria paga le albicocche solo due centesimi il chilo»

Drupacee, la grandine massacra 20 ettari della De Pascalis
Duro colpo per l'Azienda agricola De Pascalis, che produce ortofrutta e agrumi nel Metapontino. A maggio più di una grandinata ha compromesso la produzione di circa 20 ettari di pesche, albicocche e nettarine. Vale a dire poco meno del 30% della superficie che l'impresa destina alle drupacee.

"E' stata una brutta botta”, commenta l'imprenditore Aldo De Pascalis. "Difficilmente recupereremo le perdite. Non avevamo sottoscritto polizze grandine. Anche perché sarebbe stato troppo costoso assicurare i nostri 70 ettari di frutteti da questo tipo di evento climatico. I danni più consistenti li abbiamo registrati a Montalbano e in altri due comuni. La grandine, per fortuna, non ha interessato i nostri appezzamenti di Scanzano Jonico”, dove ha sede la De Pascalis. 

Il canale dei Mercati all'ingrosso, per il momento, sta dando pochissime soddisfazioni ai produttori di drupacee del Meridione. “La domanda rimane lenta, nonostante la qualità delle varietà che stiamo raccogliendo sia mediamente buona (ad esempio: Bora, Orange Rubis, Sagittaria, Early Bomba, Big Bang, ecc.)".



"La specie che adesso viene più richiesta è la nettarina, che registra quotazioni medie intorno all'euro il chilo, con punte di 1,20-1,30 per i frutti con le migliori caratteristiche organolettiche. Con le albicocche spuntiamo più o meno gli stessi prezzi, mentre le pesche sono cedute a una media di 0,80 euro il chilo". 

I prezzi medi, secondo l'imprenditore, sono penalizzati dalle "troppe albicocche e pesche con segni di grandine che entrano nei Mercati all'ingrosso italiani. C'è da dire, poi, che l'industria paga le albicocche solo due centesimi di euro il chilo, quindi le varie aziende cercano comunque di vendere i frutti segnati sul mercato del fresco. Con le pesche, invece, si può ricevere dall'industria circa 10 centesimi il chilo", un prezzo comunque basso con il quale si riescono a coprire, a malapena, i costi della raccolta.

Intanto l'azienda lucana si sta preparando alla sua prima campagna dell'uva da tavola. "La raccolta nei nostri 20 ettari di vigneti dovrebbe iniziare verso la fine di luglio. Abbiamo investito su cinque diverse varietà, tutte senza semi, tra cui la Crimson, la Regal e la Sugraone". Con le fragole, il prodotto più significativo sul fatturato aziendale, "siamo oramai arrivati agli ultimi stacchi - conclude De Pascalis - La quantità che abbiamo raccolto e distribuito in questa stagione è stata buona, i prezzi un po' meno".   

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