Frutta estera a scuola, produttori indignati

Sui social: «Le albicocche spagnole costano poco ma non c'è qualità»

Frutta estera a scuola, produttori indignati
L'inserimento di prodotti esteri nelle confezioni consegnate agli studenti nell’ambito del progetto Frutta nelle Scuole viene duramente criticata dai produttori italiani che, in una stagione costellata di problemi climatici e commerciali, vorrebbero più attenzione per le referenze nazionali da parte di chi porta avanti il progetto e chi rifornisce gli istituti.

Il malumore si sfoga su Facebook, nei commenti sotto il post che Italiafruit News ha dedicato alla notizia pubblicata ieri: “L’agricoltura italiana e destinata a morire, in campagna molte partite non vengono raccolte o restano in frigo perché non c’è vendita oppure ancora si conferisce a cooperative senza prezzo… Grazie Italia, grazie Europa”, scrive polemicamente Gianni. E c’è chi dubita della qualità e salubrità dei prodotti importati: Leandro scrive “Ma cos’ha la frutta spagnola di diverso? Ho visitato frutteti di ogni tipo che non mi sono sembrati diversi dai nostri, anche loro devono seguire disciplinari come i nostri” e Vincenzo ribatte “Ma quali  disciplinari come i nostri… La frutta spagnola non marcisce ma, un motivo ci sarà… Poveri bambini…”.



“Per risparmiare, chi si aggiudica le forniture nelle scuole offre un prodotto a basso costo e ci guadagna a discapito dei ragazzi”, la considerazione di Pierfrancesco. “Provate a fare la stessa cosa a parti invertite in Spagna o in Francia… Non lo accetterebbero mai”, commenta Giovanni. “Frutta nelle Scuole era iniziata benissimo, prodotti di prima qualità provenienti da Calabria, Campania, Puglia, Sicilia”, scrive Raffaella. “Oggi non più: la qualità dei prodotti è calata tantissimo. Così com'è, è solo uno spreco di soldi…”. 

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