«Dal prodotto al servizio: la trasformazione dei grossisti»

Brusadelli (Maap): così cambiamo pelle. Prezzo di cittadinanza e fattura elettronica, due problemi

«Dal prodotto al servizio: la trasformazione dei grossisti»
Dal prodotto al servizio, dal ricavo sul commercio a quello legato alla logistica: Luca Brusadelli (nella foto), presidente del Gruppo Grossisti del Mercato di Padova (Maap), ha una visione moderna del ruolo dei grossisti e dei Centri agroalimentari. Opera in una struttura all’avanguardia ed è consapevole che il settore è cambiato e, ancora di più, cambierà ne prossimi anni: “Da dicembre 2017 il calo di consumi di ortofrutta nei mercati ha raggiunto il 25%, che il Maap ha contenuto in un 20%”, esordisce Brusadelli; “nel retail c'è uno spostamento degli italiani verso i discount, anche se ormai ibridi, a fronte di un forte cambiamento delle abitudini di acquisto connesso in parte all’immigrazione e quindi all’arrivo di persone che seguono logiche diverse”. 



“Se in passato i Mercati erano un riferimento per lo smistamento e si configuravano come Borsa merci - prosegue Brusadelli - oggi il loro ruolo è completamente cambiato. E non tutti riescono a stare al passo: la razionalizzazione è destinata a ridurre a una trentina gli attuali 142 Mercati italiani. In questo contesto, Padova punta sulla logistica, cerca di offrire un servizio pilota il più personalizzato possibile: ad esempio con la creazione di linee di trasporto quotidiane che partono dal Maap e fanno il giro della città e dei paesi limitrofi per rifornire i clienti, 4-5 giorni la settimana, delle merci che non hanno avuto l’occasione di acquistare in occasione della loro visita settimanale o bisettimanale in Mercato”. “In futuro - aggiunge il presidente dei grossisti patavini - potremmo arrivare a rifornire interamente a domicilio gli operatori a valle della filiera, ricevendo l’ordine e componendo pallet e roll per i vari punti vendita, gestendo in toto la parte logistica, anche nell’ottica di ridurre e dividere i costi”.

Il guadagno, insomma, non deriva più dalla commissione, ma dal servizio offerto al cliente “in modo più trasparente, girando alla produzione il valore puro della merce”. Con il vantaggio, per il grossista, di stabilizzare il rapporto e fidelizzare maggiormente la clientela.



“Il 2019 - aggiunge Brusadelli - pone agli imprenditori grossisti varie sfide, due su tutte: preoccupa il prezzo di cittadinanza, in quanto imporre un prezzo vincolato si rivelerà un boomerang quando le quotazioni della frutta italiana saranno superiori a quelle della merce estera; e poi la fatturazione elettronica che da un lato genera una riduzione del contante e della cassa circolante con impoverimento della tesoreria, mentre dall’altro comporta un’esplosione di costi e rischi, visto che molti piccoli imprenditori richiedono la fatturazione riepilogativa unica di fine mese ma non sempre sono in grado di gestire una liquidità importante, conservando il denaro necessario per onorare i debiti”.

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