Conad-Auchan, vi spiego cosa cambia

Rischi e opportunità per l'ortofrutta, ecco perché il settore deve aggregarsi

Conad-Auchan, vi spiego cosa cambia
E' stata la notizia della settimana. L'affare Conad-Auchan, con la catena guidata da Francesco Pugliese che ha rilevato la rete dell'insegna francese, muta gli equilibri nella Gdo italiana e ci consegna una serie di spunti interessanti da affrontare anche per il mondo dell'ortofrutta.

La prima considerazione da fare è che, malgrado nello scenario mondiale il retailing sia dominato dalla globalizzazione, le catene internazionali in Italia non hanno avuto e non hanno, per il momento, gioco facile. Certo, ci sono i discount, ma per Lidl e Aldi è ancora prematuro fare un bilancio di lungo periodo, senza dimenticare che, comunque, il leader del canale è il nostro Eurospin. Oltre vent'anni fa, sull'onda dello sviluppo degli iper, si temeva che il Belpaese potesse essere terreno di conquista da parte dei grandi big del retail mondiale. Oggi, invece, vediamo che sono le catene italiane ad esprimere le migliori performance: ci sono infatti peculiarità del sistema di consumo nazionale che premiano, sia per format che per modelli distributivi, le strutture nazionali.



Ma ancor più che di format di successo è bene ragionare di organizzazioni distributive vincenti. In Italia abbiamo essenzialmente due modelli in grande spolvero, entrambi appartenenti alla Distribuzione organizzata (DO), detta anche Distribuzione associata (DA). Si tratta dei Gruppi di acquisto (GA), che hanno una forte base territoriale che permette loro di essere efficienti ed efficaci sfruttando una conoscenza analitica e puntuale della propria clientela, modello Conad e Crai per intenderci; e poi ci sono le Unioni volontarie (UV), con diversi piccoli gruppi distributivi, prevalentemente familiari e ancora fortemente radicati nei loro territori d’origine, che si uniscono negli acquisti, come per Selex. Altro tratto saliente è che il modello cooperativo, come forma societaria, è altrettanto vincente. Lo è per Conad, consorzio di dettaglianti, così come per Coop, che è una cooperativa di consumatori. Il modello cooperativo, quello dei primi due gruppi distributivi in Italia, sembra dunque possedere peculiarità adatte al nostro Paese, dove stentano le economie di scala dei modelli internazionali, pur collaudate con successo in giro per il mondo. Con l'uscita di Auchan, la Grande distribuzione (GD) perde così ulteriore potenza a livello nazionale a vantaggio della DO.

Ma torniamo al tema Conad-Auchan. Cosa cambia con questa operazione? Pur con proporzioni ancora lontane dal Nord Europa, iniziamo ad avere un buon livello di concentrazione delle catene distributive. Ora, infatti, i primi cinque gruppi arrivano vicino al 60% del mercato, con i primi tre che sfiorano il 45%, secondo i dati Nielsen. E se questo è uno scenario che genera positività per l'efficienza distributiva, obbliga però i fornitori di piccola e media dimensione - compresi quelli di ortofrutta - a sviluppare livelli di aggregazione superiori agli attuali, altrimenti si rischia di non essere più adeguati. Infatti, più la distribuzione si concentra e più la produzione frammentata ha meno opzioni nei rapporti commerciali: chi non vende ai primi cinque gruppi rischia nel medio periodo di essere tagliato fuori anche in Italia, come già capita nel nord Europa. L'acquisizione della rete Auchan da parte di Conad rende perciò più urgenti ulteriori processi di concentrazione della produzione.



Ma non dimentichiamoci che questa operazione avverrà sempre su base territoriale, con le cooperative di Conad, anch’esse sottoposte ad un processo di riorganizzazione, che gestiranno i punti vendita Auchan pertinenti. Quindi chi fornirà Conad, dovrà essere in grado di soddisfare una rete maggiore per garantire un buon presidio del territorio di riferimento. Con questo tipo di concentrazione, infatti, più che di player globali si avrà la necessità di avere operatori più rispondenti sui prodotti dei territori, perché Conad manterrà sicuramente le sue specializzazioni nelle zone di riferimento. Quindi minore standardizzazione e maggiore personalizzazione dell'offerta e del servizio in ambito locale; un'opportunità dunque per l'ortofrutta, che avrà così l'occasione di valorizzare al meglio tanti giacimenti produttivi che sono un nostro vanto ma che necessiteranno di migliore organizzazione, sia a livello gestionale che distributivo.

Infine, l'acquisizione della rete Auchan da parte di Conad fa perdere definitivamente attualità agli ipermercati come format distributivo nella sua concezione della fine del millennio scorso, vale a dire punti di vendita oltre i diecimila metri quadri, inseriti in un centro commerciale, per una frequenza d’acquisto del largo consumo ogni uno o due fine settimana, collegata ad un percorso ricreativo e di shopping più ampio. Conad non ha mai mostrato una particolare vocazione a gestire ipermercati, nemmeno ai tempi dell’accordo con Leclerc, e lavorerà perciò su ciò che sa fare meglio: supermercati di prossimità e superstore. Le grandi superfici della rete tenderanno a ridursi e quelle più di prossimità ad ampliarsi o a modificare la loro destinazione, ma saranno sempre più caratterizzate sui freschi. Una situazione che evidenzia come, nel nostro sistema, l'iper - per come lo conoscevamo nella sua accezione classica - sia per ora tramontato.

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