Tignola del pesco, progetto di contenimento in Campania

Dopo i danni dello scorso anno si parte con monitoraggio e distrazione sessuale

Tignola del pesco, progetto di contenimento in Campania
Contenere la tignola del pesco, ridurre i volumi persi e migliorare la qualità dei frutti da commercializzare. Dopo una campagna - l'ultima - pesantemente influenzata dall'insetto, in Campania è partito il progetto pilota "Strategie di controllo ecocompatibili dei lepidotteri carpofagi del pesco". La settimana scorsa, tra le province di Napoli e Caserta, presso l’azienda sperimentale Basile/Picascia sono state installate le trappole per il monitoraggio della Cydia Molesta e la Anarsia Lineatella.

Il progetto vede in campo i tecnici agronomi messi a disposizione da Coldiretti Campania - che con il direttore Salvatore Loffreda si è spesa per l'iniziativa - coordinati da due massimi esperti del problema: Salvatore Germinara dell'Università di Foggia e Antonio De Cristoforo dell'Università del Molise.

Tignola del pesco

"Lo scorso anno abbiamo registrato una forte contrazione dei volumi di pesche, soprattutto a causa della presenza della Cydia - spiega a Italiafruit News il coordinatore operativo del progetto, Costantino Puddu - Le zone maggiormente interessate sono quelle delle aree nord di Napoli e Caserta, da Giuliano a Sessa Aurunca".

I lepidotteri danneggiano prima i fiori, con la larve che distrugguno i boccioli; poi anche germogli e frutti, in cui scavano gallerie nella polpa da cui scaturiscono marcescenze.

Le trappole di monitoraggio sono state posizionate in un campo sperimentale di 20 ettari, suddiviso in quattro parti, dove saranno utilizzati prodotti diversi per il contenimento degli insetti. A questo campo sperimentale si aggiungeranno poi altre 13 aziende agricole, per un totale di circa 90 ettari dislocati nelle zone nevralgiche della problematica.



"Con le prime catture nella fase di monitoraggio cercheremo di dare una dimensione al fenomeno - prosegue Puddu - si passerà poi a una fase successiva, quella della confusione o della distrazione sessuale. La prima tecnica sarà in funzione su frutteti di almeno quattro ettari, mentre la seconda sarà testata anche su appezzamenti da un ettaro e mezzo. Un disciplinare approvato dalla Regione stabilirà poi i trattamenti e l'occhio clinico dell'Università studierà i riscontri".

Le aziende coinvolte adottano un sistema di produzione integrata. "L'obiettivo del progetto - conclude il coordinatore - è quello di studiare la popolazione di insetti, diminuirla, ma soprattutto di fornire agli agricoltori un protocollo procedurale che possa garantire la riduzione degli effetti negativi della tignola, migliorando così la qualità dei prodotti da commercializzare".

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