«Sos competitività, all’Italia serve un Piano»

A due mesi da Macfrut, Piraccini sprona il settore a fare quadrato

«Sos competitività, all’Italia serve un Piano»
Definire una strategia unitaria per ridare centralità e competitività all’ortofrutta italiana: il settore attraversa un periodo di appannamento - tra prezzi bassi, consumi stagnanti, export in calo, concorrenza spietata di nuovi e vecchi competitor - e Renzo Piraccini, presidente di Cesena Fiera, lancia un ideale appello ai protagonisti della filiera perché si facciano parte attiva di un cambiamento oggi più che mai necessario.

Per il patron di Macfrut - che sarà inaugurata tra due mesi esatti, l’8 maggio 2019 - vanno individuati alcuni capisaldi su cui fare leva per costruire il rilancio in tempi brevi; pochi punti chiari “frutto” di un percorso sinergico da presentare poi alle istituzioni.

“Uno dei temi su cui va avviata una prioritaria riflessione - sottolinea Piraccini - è la necessità di ritrovare competitività sul mercato internazionale: va costituita una task force sull’internazionalizzazione tra imprese e istituzioni che lavori su barriere, promozione, logistica. Non basta, infatti, aprire e finalizzare i protocolli: serve una strategia”.


Piraccini (terzo da sinistra) durante la presentazione della regione partner di Macfrut 2019, il Piemonte

E insieme alle strategie, sono indispensabili le strutture “sostenendo le imprese che si aggregano per l’export anche e soprattutto attraverso la creazione di piattaforme italiane all’estero: le iniziative attuali, tranne qualche eccezione, sono tutte individuali. Non basta”. 

Altro tema “caldo”, la logistica: “E’ un tema centrale, a cui la Cina, non a caso, ha dato priorità in un’ottica mondiale. Per il nostro settore è fondamentale creare nuovi hub e rafforzare quelli esistenti, è questa la strada per agevolare economie di scala nel processo d’internazionalizzazione. Alcuni Centri agroalimentari e Mercati ortofrutticoli, in questo contesto, possono giocare un ruolo chiave”.



E poi le fiere. Anzi la fiera: il patron di Macfrut ribadisce l’impegno che porta avanti da tempo, quello “per dar vita a una grande kermesse di settore, una vetrina in cui l’Italia presenti il meglio di sé al mercato mondiale”. “Tutti i settori trainanti del Made in Italy, dalla moda al vino, possono contare su una fiera nazionale di riferimento”, spiega. “Noi abbiamo perso tempo ed energie, si è sgomitato per eventi che non hanno avuto fortuna. Ora non più. In Italia c’è Macfrut. Fruit Attraction e Fruit Logistica sono grandi rassegne ma, piaccia o meno, a Madrid e Berlino l’Italia non è in primo piano. Così come è impensabile che un’azienda spagnola non sia a Fruit Attraction, altrettanto dovrebbe essere nel nostro Paese, nel nostro settore. Macfrut è un patrimonio di tutti, una delle priorità per il rilancio. L’orgoglio di essere presenti deve essere l’orgoglio di un settore che sa fare sistema e guardare avanti”.



Piraccini intravvede un rischio: “L’Italia è leader in molti comparti, dalle tecnologie alle sementi, produce innovazione in vari ambiti, a partire dagli ortaggi, ma attenzione: con un sistema Paese debole sono le filiere di altri Paesi ad avvantaggiarsene, come in parte già sta avvenendo. Un esempio per tutti: le tecnologie italiane fanno esportare ciliegie cilene in Cina, mentre noi, con quello stesso prodotto, siamo fermi al palo. E anche a livello di filiera i campanelli di allarme non mancano: quelle di mele e kiwi sono solide, anche se alle prese con concorrenti agguerriti come Polonia e Grecia, ma altre eccellenze come uva da tavola e biologico soffrono la frammentarietà e i forti investimenti all’estero”. 

“Se il settore continuerà ad arretrare - conclude Piraccini - se gli operatori e i settori di punta perderanno il passo del mercato globale ne risentiranno tutti, anche le aziende più forti e strutturate: pensiamoci”.  

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