Dieci milioni per la filiera agrumicola

Il Governo sblocca il Fondo nazionale. L'80% delle risorse sarà destinato al ricambio varietale

Dieci milioni per la filiera agrumicola
Il Governo ha sbloccato il Fondo nazionale agrumicolo. La filiera degli agrumi avrà ora a disposizione 10 milioni di euro - sei per il 2019 e quattro per il 2020 - l'80% dei quali sarà destinato a contributi per sostenere il ricambio varietale nelle aziende danneggiate dalla Tristeza e dal mal secco. Lo schema di decreto del Mipaaft, approvato di concerto con il ministero dell'Economia (Mef), prevede poi 1,5 milioni di euro per finanziare campagne di comunicazione istituzionale e promozione rivolte ai consumatori e 550mila euro per la concessione di contributi per la conoscenza, la salvaguardia e lo sviluppo dei prodotti agrumicoli Dop e Igp.

“Abbiamo mantenuto l’impegno preso con tutta la filiera al tavolo agrumicolo del 5 novembre scorso - ha spiegato Alessandra Pesce, sottosegretario del Mipaaft con delega all’ortofrutta - Grazie al lavoro fatto con il Mef e le Regioni siamo pronti a far partire le azioni del Fondo nazionale per il settore. Sono passi concreti per dare risposte a un settore prezioso per il sistema agroalimentare nazionale”.



“Al di là dell’esiguità del fondo, che abbiamo sempre evidenziato, è importante che siano state adeguatamente recepite le indicazioni che abbiamo fornito sulle linee prioritarie di intervento per il comparto nel corso dell’ultimo tavolo di filiera". Così Agrinsieme, il coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari, ha commentato il provvedimento. 

"Le risorse messe a disposizioni sono poche, ma è un segnale di ripartenza importante: l'inizio di un lavoro di squadra con il governo", dice Elena Aloisi Albertini, coordinatrice del Comitato Arance dell’Interprofessione e vicepresidente del Consorzio dell’Arancia rossa di Sicilia Igp coordinatore. "La nostra filiera deve riuscire a risolvere al suo interno le proprie criticità. Ed ecco che, in questo senso, diventerà importante riuscire a sottoscrivere accordi di filiera con l'industria".  

"C'è ancora tanto da fare", ha rimarcato la Cia-Agricoltori italiani Puglia per evidenziare che intere produzioni in provincia di Taranto e sul Gargano sono lasciate sugli alberi o a marcire a terra (nella foto sottostante). "Il Governo - ha spiegato l'organizzazione pugliese - ha accolto le richieste che facciamo da anni sul ricambio varietale e le campagne di comunicazione in favore della qualità e salubrità dei prodotti certificati italiani. Occorre, però, che questo sia solo l'inizio, perché i problemi sono strutturali: strapotere della Gdo nel determinare i prezzi, concorrenza sleale di competitor esteri, necessità di valorizzare pienamente la biodiversità degli agrumi italiani e il ruolo attivo degli agricoltori nel preservare questo patrimonio, garantire la possibilità alle aziende agricole di assumere investendo nell'equo compenso dei lavoratori alleggerendo il carico di costi burocratici e contributivi che danneggiano sia la parte datoriale che la forza lavoro".


La notizia è stata accolta con grande soddisfazione da Agrocepi, confederazione del settore primario nata ad aprile 2017. "Si tratta di un’iniziativa importante per sostenere il settore, per la quale ringraziamo Alessandra Pesce”, ha detto Cristian Raoul Vocaturi, responsabile nazionale del settore ortofrutta - La nostra organizzazione segnalerà ora altre azioni, anche più strutturali, che guardino ad una maggiore aggregazione del sistema ortofrutticolo italiano”.

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