Eplì in rampa di lancio e la mela vola fino alle Maldive

Il presidente di Lagnasco: «Relazione col consumatore e continuità del prezzo fondamentali»

Eplì in rampa di lancio e la mela vola fino alle Maldive
La campagna della mela Eplì di Lagnasco è ai nastri di partenza. Il debutto ufficiale è previsto per domani, sabato 16 febbraio, con un evento a Cuneo in Largo Audiffredi, ma la mela piemontese è già stata spedita in diversi Paesi esteri, tra cui le Maldive. La sua shelf-life, infatti, la rende adatta all'export su lunghe distanze.



"In centro a Cuneo organizzeremo una giornata per veicolare i nostri valori - spiega a Italiafruit News Simone Bernardi, presidente di Lagnasco Group - Durante la campagna, poi, ci saranno altre iniziative e la nostra strategia di marketing dopo gli agricoltori quest'anno metterà al centro gli operatori di magazzino. Lo stile sarà lo stesso, con l'obiettivo di trasmettere un messaggio di verità al consumatore. La mela Eplì, quest'anno i volumi disponibili sono di 10mila quintali, sarà sicuramente in distribuzione in 34 tra iper e superstore Coop Nord Ovest, quindi in Piemonte, Lombardia e Liguria. La mela sta piacendo, il nostro progetto anche, ha un respiro internazionale e stiamo lavorando per ampliare i soggetti da coinvolgere".



Parlando della campagna melicola più in generale, invece, Bernardi rileva come si stia "pagando lo scotto dell'arroganza dei prezzi dello scorso anno: ognuno ha le proprie strategie, per carità, ma noi riteniamo, e il progetto Eplì lo dimostra, che la relazione col consumatore e la continuità dei prezzi siano aspetti fondamentali: lo scorso anno la nostra mela è uscita a 1,98 euro, che era un prezzo basso, e quest'anno sarà venduta ancora a 1,98, che è un prezzo dignitoso. Un prezzo costruito con la distribuzione: i risultati della scorsa campagna commerciale sono stati positivi e abbiamo condotto alcuni test per sviluppare anche prodotti trasformati a base di Eplì".



La mela di Lagnasco -  una Story® Inored naturalmente resistente alla ticchiolatura, con buccia liscia di colore rosso intenso e una polpa giallo crema dal profumo piacevolmente dolce e fresco - viene commercializzata in confezioni da 4 e 6 frutti, oppure in padelline da 2,3 chili. Tutto il pack è sostenibile, anche il bollino apposto sul frutto è biodegradabile. La sostenibilità è uno dei valori fondanti del progetto Eplì, che punta a un’agricoltura attenta, ecologica e pulita.



Eplì è anche una "mela gentile" e a livello di marketing Lagnasco si impegna a sviluppare azioni che possano promuovere atteggiamenti positivi. "La cosa sta piacendo, anche per la capacità di coinvolgere altri settori - rimarca Bernardi - Eplì non sarà più solo filiera, ma ha l'obiettivo di diventare ecosistema, una mela di comunità. Lagnasco ha voglia di portare avanti progetti in cui si creano cordoni di sicurezza e che sappiano affrontare la rivoluzione dei consumi appena iniziata".

Lagnasco sta lavorando sui volumi, sui progetti e sulla consapevolezza che in ortofrutta è necessario segmentare l'offerta. Le mele, ad oggi, valgono il 65% del giro d'affari della cooperativa, mentre sino a pochi anni fa mele, pesche e kiwi si dividevano equamente la torta. A guadagnare posizioni nel paniere aziendale è stato il mirtillo.



"Stiamo lavorando perché non ci sia solo l'Inghilterra, che ci sta dando grandi soddisfazioni, ma anche altre piazze importanti - analizza il presidente di Lagnasco - Abbiamo sei settimane di finestra commerciali in cui non abbiamo competitor. Con i mirtilli non bisogna fare gli errori che si sono fatti con le pesche, ma aprire nuovi mercati e puntare su alcuni messaggi che possano creare abitudini di consumo. Noi, per esempio, scommettiamo sul raccolto a mano, è un valore aggiunto da offrire al consumatore".

Mirtilli, Regno Unito e la Brexit. "E' un tema che abbiamo ben presente: per i mirtilli del Piemonte il mercato inglese rappresenta quasi il 70% e la Brexit potrebbe impattare proprio a metà giugno. Nell'analisi dei rischi che stiamo facendo contempliamo anche gli scenari più negativi - conclude Simone Bernardi - ci stiamo preparando a spostare prodotto su altri mercati, ma 400 tonnellate di mirtilli non li trasferisci da un giorno all'altro".

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