Ecco i prodotti preferiti dai consumatori

L’indagine Censis-Conad: italianità e gratificazione aspetti centrali

Ecco i prodotti preferiti dai consumatori
L’individualismo e la soggettività sono centrali per il consumatore di oggi, con forti implicazioni per l’acquisto di beni, inclusa la frutta e la verdura. Lo rileva l’indagine Censis-Conad presentata venerdì scorso a Milano nell’ambito del convegno “I miti dei consumi, il consumo dei miti: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo”.

Concretamente, questo si traduce in un consumatore che non ha più modelli di riferimento: “il mio mito sono io”, dice il consumatore egocentrico di oggi. Il primato dell’ego uccide quindi i miti: il 90,8% degli italiani, infatti, non ha modelli a cui ispirarsi e il 49% è convinto che oggi chiunque possa diventare famoso. Ecco l’immaginario collettivo in cui tutti sono divi o possono diventarlo, e allora nessuno lo è più.



Il 70,5% degli italiani è poi convinto che nei prossimi dodici mesi non potrà spendere di più per i consumi. La selezione dei prodotti diventa allora più rigorosa, ma c’è una nota positiva: per alcuni prodotti si può pagare anche di più. Sono gli articoli che soggettivamente fanno stare bene e che gratificano il consumatore nella convinzione di agire per rendere il mondo migliore.



Se il consumatore attribuisce un alto valore soggettivo al prodotto, perché risponde a sue specifiche esigenze e valori, allora mette mano alla tasca e la spesa aumenta. La logica "compro di più di tutto" è tramontata, vince una rigorosa selezione dei prodotti, su cui eventualmente spendere anche di più.

I consumi ai tempi dell’egopower

Ecco allora che, analizzando i dati delle fidelity card Conad, il Censis rivela che crescono prodotti come i free from, ad esempio quelli senza lattosio (+8,5% in valore nel periodo gennaio-agosto 2017-2018 nei punti vendita Conad, di cui +94,3% i formaggi grana), i prodotti con farine benessere a base di cereali superfood (+3,1% nelle stesso periodo, di cui la pasta vegetale +30,2% e i biscotti +11,5%) e gli integratori (+3,3%, di cui gli antiossidanti +19,5% e le vitamine e i minerali +12,3%). Sono i consumi dell’io che vuole bene a se stesso.

Poi a tirare di più sono i prodotti biologici (+8% nello stesso periodo, di cui le bevande +23,8% e l’ortofrutta +17,2%) che, oltre a fare stare bene il consumatore, gli consentono di dire la sua sul mondo e lo gratificano nella convinzione che contribuisce a cambiarlo in meglio.

E si registra il boom dei prodotti certificati: i vini Doc e Docg italiani biologici (+27,8% nello stesso periodo) e i vini Igp e Igt italiani biologici (+26,1%), ovvero prodotti iconici della fusione delle logiche "io mi voglio bene" e dell’italianità. Crescono, insomma, i consumi che migliorano la qualità della vita, che fanno raccontare noi stessi e il mondo, che ci convincono che grazie a quei prodotti possiamo migliorare il pianeta.


Gli spunti per il settore

In coda anche alcuni appunti applicabili al nostro settore: sono 22,6 milioni gli italiani che acquistano regolarmente prodotti locali e/o a chilometro zero e sono circa 25 milioni quelli che li acquistano di tanto in tanto. Tutte persone che desiderano prodotti ad alta distintività, riconoscibili, che introiettano saperi e sapori di territori specifici, verificabili tramite la lettura dell’etichetta.

Ed è poi il 44% degli italiani a definire esplicitamente come molto o abbastanza importante l’italianità – delle materie prime, così come dello stabilimento di produzione o della marca – come un fattore importante nell’orientare le proprie scelte di acquisto. Sono dati che vanno esplicitamente affiancati al boom dei prodotti certificati Dop e Igp, a segnare forse una delle più radicate e incisive mitologie positive, virtuose del nostro tempo: l’italianità come garanzia di genuinità, autenticità e bontà del prodotto.

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