Nasce la superfrutta ai raggi ultravioletti

Le ricerche dell'Università di Pisa per creare alimenti dall’elevato valore nutraceutico

Nasce la superfrutta ai raggi ultravioletti
E' nata la Superfrutta. Ovviamente non stiamo parlando della frutta mangiata da Superman, ma di frutti dall’altissimo valore nutraceutico grazie ad una concentrazione particolarmente elevata di polifenoli, ovvero, i più potenti antiossidanti del mondo vegetale. Come è possibile tutto ciò? Basta esporre i frutti ai raggi UV-B – raggi ultravioletti B – che nell’arco di poche ore aumenta la concentrazione di polifenoli. Ovviamente, questa è una semplificazione delle complesse reazioni biochimiche che avvengono all’interno del frutto, ma rende l’idea del risultato.

Questa scoperta è avvenuta nei laboratori del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, dell’Università di Pisa, dal team di ricerca guidato dalla Professoressa Annamaria Ranieri. Infatti, i ricercatori pisani da anni studiano gli effetti benefici delle radiazioni ultraviolette sulla frutta per mettere a punto prodotti dei prodotti dall’alto profilo nutraceutico, e in questi mesi hanno raggiunto l’obiettivo.

Come avviene il procedimento? In pratica i frutti vengono messi in celle climatiche dove subiscono l’esposizione ai raggi ultravioletti-B; successivamente, attraverso una serie di analisi, i ricercatori controllano i cambiamenti che avvengono all’interno del frutto. I risultati sono notevoli. Nelle pesche, per esempio, uno dei frutti più analizzati dai ricercatori, dopo appena 36 ore di esposizione ai raggi UV-B, si nota un considerevole concentrazione di antocianine, idroflavonoli e flavoni, che sono dei potenti anti-ossidanti.

L’elevata concentrazione di antiossidanti oltre a migliorare il profilo nutraceutico dei frutti, ne migliora sensibilmente la conservabilità, come hanno potuto constatare i ricercatori. Infatti, le pesche irradiate dagli ultravioletti, hanno rallentato il processo di maturazione mantenendo una buona consistenza per un periodo superiore alla norma. Questi benefici sembrano riscontrabili solo nei frutti climaterici, ovvero, coloro che proseguono a maturare anche dopo la raccolta come le pesche, albicocche, meloni, pere e mele. Mentre nei frutti non climaterici come uva, fragole e ciliegie, occorre approfondire le analisi.

Per evitare fraintendimenti, è bene precisare che il trattamento ai raggi ultravioletti è perfettamente naturale e sicuro, e non presenta controindicazioni negative, tanto che potrebbe essere utilizzato in futuro direttamente nelle linee di lavorazione, o in serra, per rendere “super” la frutta.

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