«Mi servivano 50 braccianti, si sono presentati in nove»

Lo sfogo di Rago: «Con il reddito di cittadinanza sarà ancor più difficile trovare manodopera»

«Mi servivano 50 braccianti, si sono presentati in nove»
Il Gruppo Rago, importante realtà salernitana specializzata nella produzione di ortaggi a foglia per la IV Gamma, cerca braccianti ma non ne trova. In una regione, come la Campania, dove le occasioni di lavoro non abbondano, alla chiamata dell'impresa - bisognosa di 50 operai - solo in nove candidati si presentano.



A raccontare questa situazione è l'imprenditore Rosario Rago, responsabile commerciale del gruppo di famiglia e componente della giunta nazionale di Confagricoltura dopo aver guidato per anni l'associazione in Campania.
"E' difficile trovare braccianti, ma anche altre figure da destinare al lavoro agricolo - spiega Rago - E i motivi sono diversi: da una parte c'è un'immagine del lavoro agricolo distante da quella che è la realtà. Una considerazione erronea, di un lavoro usurante, che allontana i possibili candidati: noi lavoriamo nella Piana del Sele da ottobre a maggio, negli altri mesi la produzione cala perché fa troppo caldo per alcune nostre produzioni, e perché la richiesta dal Nord Europa diminuisce. Al momento abbiamo bisogno di 50 braccianti ma si sono presentati solo in nove. Ci occorrono per la maggior parte braccianti e stiamo selezionando due agronomi, un tecnologo alimentare, un addetto alla qualità, cinque trattorististi, quattro camionisti".



E gli stipendi? "Assunzione secondo i contratti - risponde l'imprenditore - Un bracciante lavora 6 ore e 40 minuti al giorno per sei giorni la settimana e la paga netta si aggira sui mille euro; a fine campagna, poi, c'è la disoccupazione agricola visto che si tratta di un lavoro stagionale. E non parliamo di raccolta manuale del prodotto, nelle nostre serre si opera con i macchinari. Per le altre figure professionali, invece, si parte dai 1.200-1.300 euro a salire".



Trovare lavoratori italiani è ormai un miraggio per il Gruppo Rago, che lavora su 230 ettari di coltivazioni e occupa 300 addetti. La manodopera viene soprattutto da operai bulgari e rumeni, oltre ad alcuni nordafricani. I Centri per l'impiego? "Non funzionano, almeno per l'agricoltura - evidenzia il responsabile commerciale del gruppo campano - E temiamo che con l’entrata in vigore del reddito di cittadinanza, trovare persone disposte a lavorare nel settore agricolo sarà ancora più difficile: se diamo 780 euro a chi sta a casa, chi vorrà lavorare i campagna anche per 1.200 euro al mese? Il nostro settore - conclude Rosario Rago - avrebbe bisogno di un forte stimolo per attrarre più figure professionali adeguate, soprattutto italiane".

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