«Patate: prezzi ok ma consumi giù, si cambi»

Chiesa (Romagnoli Spa): il consumatore penalizza il prodotto indifferenziato

«Patate: prezzi ok ma consumi giù, si cambi»
Una campagna positiva nei prezzi ma non nei consumi, che risentono del trend generalizzato dell'economia ma anche della mancanza di un'adeguata valorizzazione a livello di trade: Roberto Chiesa (nel riquadro), direttore commerciale di Romagnoli Spa, tra i big del settore patate, inquadra così la stagione produttiva e commerciale. "Il Made in Italy ha beneficiato da un lato della qualità elevata, riscontrabile già sulle produzioni siciliane e confermata dai raccolti negli areali più tardivi nonostante il problema del cosiddetto ferretto che attacca i tuberi sottoterra, favorito in alcuni areali da eventi climatici estremi e sfida del futuro, in quanto richiede di intervenire con tecniche colturali e metodi di difesa adeguati; dall'altro, della carenza di prodotto originata dalla siccità che ha investito il Nord Europa, dai Paesi Bassi al Belgio alla Francia settentrionale. Già da settembre-ottobre, negli areali più vocati, i volumi sono risultati sensibilmente inferiori alla media, agevolando quotazioni interessanti". 



Chiesa parla di "prezzi medi superiori del 10% circa sulla campagna precedente", ma evidenzia anche il rovescio della medaglia: "L'andamento negativo dei consumi non ha risparmiato e non sta risparmiando neppure le patate. Colpa, in parte, del clima, e in particolare dell'autunno mite che ha favorito alcuni ortaggi competitor, ma colpa anche del trattamento indifferenziato spesso riservato alle patate a valle della filiera. Fatto sta che si registra un calo di vendite del 7-8% rispetto a dodici mesi fa; in controtendenza i prodotti di alta gamma come Selenella e le Dop, in ascesa del 4-5% circa". 



La campagna è ancora relativamente lunga ("ci sono ancora tre mesi di mercato") e le prospettive, sottolinea Chiesa, sono tutto sommato buone "anche perché la patata a febbraio sarà al centro di campagne promozionali di varie insegne", ma servirebbe un cambio di passo per incentivare i consumi: quelli medi, in Italia, non superano i 30-35 chili l’anno e sono in calo. 

"La vendita delle patate è influenzata dall’andamento stagionale e non dal prezzo - commenta l'esponente di Romangnoli Spa - ma in Gdo l'assortimento non è clusterizzato, spesso regna l'improvvisazione e la qualità dello sfuso lascia molto a desiderare. E' un peccato: si potrebbe fare di più e meglio". La prossima stagione dovrebbe rivelarsi ancora una volta foriera di soddisfazione sul fronte produttivo: "Prevediamo che la stagione 2019 possa iniziare nella seconda metà di marzo per poi entrare nel vivo ad aprile. Si registra una riduzione dei tuberi-seme su scala nazionale e continentale e ci sono quindi i presupposti perché anche la prossima campagna sia all'insegna dell'offerta contenuta e quindi potenzialmente positiva per la filiera: ora sta al sistema cogliere tutte le occasioni".

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