«Non vogliamo agevolazioni, ma porte aperte per l'export»

Sacchetto (Assortofrutta Piemonte) e le richieste al Governo per supportare il settore

«Non vogliamo agevolazioni, ma porte aperte per l'export»
Una mela Igp più venduta all'estero che in Italia. Parliamo della Rossa di Cuneo: 1,5 milioni di quintali prodotti, il 95% prende la via dell'export. Ma oltre a cercare più spazi nel mercato domestico (che ora assorbe tra i 15 e i 20mila quintali di prodotto), la Mela Rossa di Cuneo - che sarà la protagonista di Macfrut 2019 - vorrebbe la possibilità di esplorare più piazze. Quella cinese per esempio.
 
Domenico Sacchetto, presidente del Consorzio di tutela della Mela Rossa di Cuneo Igp e di Assortofrutta Piemonte, l’associazione alla quale aderiscono le Organizzazioni di Produttori della regione, ha le idee chiare sulle necessità del comparto melicolo.
"Sono anni che chiediamo ai Governi italiani, succedutisi nel tempo, non delle agevolazioni economiche ma di sottoscrivere con tutti i Paesi del mondo, dove è possibile farlo, degli accordi bilaterali che ci aiuterebbero nell’esportazione dei nostri prodotti - ha spiegato alla stampa piemontese - Tra l’altro molto richiesti all’estero. Sarebbe un modo per dare degli sbocchi nuovi al comparto e per portare valore economico all’Italia. Anche perché continua ad esserci, dal 2014, il blocco totale da parte della Russia dell’importazione di frutta e verdura come risposta alle sanzioni Ue. Un provvedimento che ci sta penalizzando tantissimo sull’intera gamma produttiva del settore. Con alcuni picchi. Prendiamo le pesche ad esempio: in quel Paese esportavamo ben il 50% di quanto coltivato”.



La Mela Rossa di Cuneo Igp ha, tra le sue caratteristiche, quella della conservabilità. Uno dei motivi che hanno favorito l'export, soprattutto nei mercati d’oltremare. "Non capiamo perché in Italia arrivano prodotti ortofrutticoli da tutte le nazioni del mondo e noi non possiamo esportare da loro le nostre produzioni. Tutto questo non è giusto e sta danneggiando in modo rilevante il comparto”, rimarca Sacchetto, che aggiunge: "L’ortofrutta italiana è super controllata, e siamo d’accordo che venga fatto, ma lo stesso dovrebbe avvenire per quella che giunge dall’estero. Al contrario, quest’ultima, spesso si porta dietro residui e non ha la stessa qualità e salubrità della nostra. Non si possono usare due pesi e due misure”.

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