«Pere, non tutto è deciso»

Il commento di Fabio Laffi sul mercato e sui futuri assetti commerciali

«Pere, non tutto è deciso»
Per i consumi di ortofrutta non è un momento entusiasmante. “I consumi nazionali sono stagnanti, peggiori che all’estero e, se parliamo di pere, settembre e ottobre non sono stati all’altezza degli anni scorsi – spiega Fabio Laffi, della Laffi Giorgio & C – Ora le vendite sono in ripresa, ma i prezzi sono nella media”.

Insomma, gli ordini ci sono anche se, per quanto riguarda i consumi, si può parlare di una regressione. “Gli standard qualitativi sono elevati ma, come sempre, se il mercato si riprende i conti si faranno tra gennaio e febbraio – continua l’imprenditore ferrarese – Quest’anno tratteremo circa ventimila tonnellate di pere, con caratteristiche organolettiche e chimico-fisiche adatte a soddisfare i nostri clienti, in particolare la grande distribuzione nazionale”.


La regina delle pere si conferma la varietà Abate, ma Laffi sottolinea anche il buon comportamento della Decana, forse perché i volumi a disposizione sono esigui.

L’azienda, che esporta in Europa (Germania e Francia in particolare) e solo saltuariamente Oltremare, collabora con le big company Opera e Origine Group. “Sono grandi realtà che possono fare molto per il comparto, sia in positivo, sia in negativo. Appena costituite sembrava potessero rendere il mercato più vivo e interessante, ma non avere raggiunto il controllo della maggioranza della produzione ha in parte ridotto gli effetti sui prezzi”.
E, in futuro, la Laffi potrebbe decidere di aderire a uno dei due gruppi? “Non si può mai dire”, risponde sornione Fabio Laffi.

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