«Venti gradi alla mattina: cosi è difficile vendere mele»

La ditta Paglionico (Mercato di Bari) analizza la situazione. «Mancano i calibri medi e piccoli»

«Venti gradi alla mattina: cosi è difficile vendere mele»
Venti gradi centigradi alle cinque di mattina non possono far altro che penalizzare la vendita di mele, nonostante l'elevata qualità di cui dispongono i produttori italiani. Il Mercato ortofrutticolo di Bari vive questa situazione "anomala" da diverse settimane. E il termometro non accenna a scendere. Così, accanto alla mela, sta trovando largo spazio un articolo estivo come la prugna.

"Fino al 10 ottobre scorso - spiega a Italiafruit News Chiara Celiberti della ditta Paglionico Nicola - i nostri clienti facevano la guerra per acquistare le angurie di Nardò (Lecce) a prezzi altissimi".

Da quel momento a oggi, il clima non è cambiato molto: le temperature che continuano a essere estremamente alte riducono le opportunità di consumo delle mele, come spiega l'operatrice. "La qualità dei frutti è ottima, ma i volumi esitati sono nettamente inferiori rispetto allo stesso periodo del 2017".

In attesa dell’entrata sul mercato delle prime Pink Lady e di altre mele club, la società sta gestendo soprattutto tre varietà: Golden, Fuji e Royal Gala. "Si riesce a piazzare bene solo la merce in padella, di prima categoria, richiesta da negozianti e fruttivendoli. Mentre registriamo delle forti difficoltà con il prodotto di seconda fascia che presenta piccoli segni di ruggine e/o di grandine".

"Sul fronte della pezzatura - conclude Celiberti - notiamo una significativa presenza di merce grossa, mancano invece i calibri intermedi e quelli piccoli. Le quotazioni medie sono molto competitive rispetto al 2017 e non si registrano oscillazioni significative tra i calibri 80-85mm e 75-80mm".

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