Attualità
La Pernice vola con l'export
Il 70% del fatturato dell'azienda pugliese è ottenuto in Europa ed Emirati Arabi
Quando il 65-70% del proprio fatturato è ottenuto all’estero, la partecipazione alle due più importanti fiere internazionali dell’ortofrutta organizzate in Europa diventa indispensabile. Così il 2018 dell’azienda La Pernice Ortofrutticoli di Turi (Bari) si è contraddistinto proprio per la presenza, per la prima volta come espositori, sia al Fruit Logistica di Berlino, sia al Fruit Attraction di Madrid.
Giovanni, Raffaele, Vincenzo e Giovanni Pernice in fiera a Madrid
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"Esportiamo l'uva da tavola in Germania, Austria, Ungheria, Emirati Arabi - dice a Italiafruit News Giovanni Pernice, commerciale Italia - L'uva è uno dei nostri prodotti di punta, bianca, rossa e nera, con semi e, soprattutto, seedless. La nostra stagione inizia a giugno e prosegue fino a dicembre".
Su circa 300 ettari di superificie, di proprietà o di aziende conferenti, l'azienda pugliese coltiva anche ciliegie, albicocche e miniangurie che distribuisce perlopiù tramite il canale della grande distribuzione organizzata, sia in Italia che in Europa.
Su circa 300 ettari di superificie, di proprietà o di aziende conferenti, l'azienda pugliese coltiva anche ciliegie, albicocche e miniangurie che distribuisce perlopiù tramite il canale della grande distribuzione organizzata, sia in Italia che in Europa.
Giovanni, Raffaele, Vincenzo e Giovanni Pernice in fiera a Madrid
"L'avvio della campagna dell'uva è stato piuttosto complicato - aggiunge Pernice - Le piogge e l’umidità hanno fatto insorgere alcune problematiche. In più, le temperature elevate di inizio stagione hanno rallentato i consumi, soprattutto dell’uva senza semi, che non era a livelli qualitativi extra come l’anno scorso".
Il 70% dell’offerta di uva da tavola dell’azienda pugliese è composta da varietà seedless che, quest'anno, hanno avuto più difficoltà in post-raccolta. "Per questo motivo, la selezione in magazzino è ancora più accurata. Il che, purtroppo, comporta costi più elevati. Se i volumi prodotti rispetto all’anno scorso sono aumentati, anche grazie ai nuovi impianti, gli scarti stanno ridimensionando i quantitativi. Parliamo di un 20-30% in meno, proprio a causa degli scarti. Ma per il futuro - conclude Pernice - pensiamo ad altri importanti investimenti proprio per le uve senza semi".