Politica e imprese al forum Eurasiatico: «Stop embargo»

Salvini: basta sanzioni. Putin: abbattere le barriere. Attesa per il Consiglio Europeo

Politica e imprese al forum Eurasiatico: «Stop embargo»
Al forum Eurasiatico iniziato ieri a Verona Italia e Russia si stringono idealmente la mano e ribadiscono il “no” a barriere commerciali ed embarghi: “Nel 2018 non servono le sanzioni, non servono i carri armati, non servono le truppe militari ai confini, serve l’amicizia, la conoscenza, il confronto, la crescita e il dialogo”, ha detto il vicepremier e ministro degli Interni Matteo Salvini parlando alla folta platea. “Gli imprenditori italiani hanno resistito nonostante tutto e nonostante tutti. Il nostro impegno sarà quello di andare avanti: i problemi si risolvono al tavolo, guardandosi negli occhi, e non parlando di sanzioni economiche".

Nel messaggio inviato ai partecipanti al Forum (cui hanno aderito 1.100 imprese in rappresentanza di quasi il 90% dell’interscambio complessivo con Mosca), il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin ha scritto che “l’economia della fiducia e la diplomazia del business dall’Atlantico al Pacifico riflette il crescente fabbisogno in materia di sviluppo, dell’energia e della tecnologia, che devono essere libere da barriere e sanzioni: la Russia è pronta a farlo con i partner europei”. Russia che, come è emerso a margine della missione del premier Conte nella capitale a inizio settimana, non esclude di acquistare Btp italiani: un motivo in più per spingere sul ritorno a una totale armonia.



"Dobbiamo intraprendere ogni azione possibile per abolire le sanzioni in Europa, ci attendiamo che il Governo italiano nel Consiglio Europeo del 13-14 dicembre sia capace di far pesare il suo voto contro le sanzioni”, ha esortato Antonio Fallico, presidente dell'associazione Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia, nonché ideatore del Forum che ha "l'ambizione di essere la piattaforma per tutta la Grande Eurasia, auspicando l'interazione economica tra Unione Europea e Eurasiatica (Ueea), che ha raggiunto un raccordo organico con il progetto One Belt, One Road sostenuto dalla Repubblica Popolare Cinese”. 

“Da questa base — ha aggiunto Fallico — si possono aprire altri orizzonti con i Paesi che sono interessati a costruire zone di libero scambio con l'Unione Eurasiatica: Cina, India, Corea del Sud, Giappone, Sud-Est Asiatico, Medio Oriente, Africa del Nord. Sarebbe un vero peccato se l'Unione Europea e l'Italia si trovassero fuori da questo contesto". C’è del resto un grosso potenziale di business inespresso per i prodotti e il know how e non solo, mentre l’Eurasia diventa un player geopolitico ed economico sempre più strategico. 

Per Romano Prodi, presidente della Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli "l'Europa si trova in un crescente isolamento economico derivante da una continua tensione politica: stiamo perdendo un ruolo commerciale che è sempre stato la grande forza del continente, siamo ancora il più grande produttore manufatturiero e il più grande esportatore, ma con una tendenza a perdere che preoccupa moltissimo. L'Europa deve iniziare a dialogare con la Commissione economica eurasiatica: stiamo sciupando un patrimonio di rapporti economici mentre abbiamo bisogno di un una strategia vincente da entrambi i lati".

“Verona è la prima provincia del Veneto per interscambio con la Russia e la terza per export”, ha detto il sindaco della città scaligera Federico Sboarina. “Le misure restrittive devono essere abolite perché la politica non deve essere dietro al dinamismo economico, deve piuttosto precederlo e favorirlo. Ecco perché serve un repentino cambio di rotta".

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