«Chiusure domenicali? Porteranno a esuberi consistenti»

L'Ancd Conad in Commissione Attività produttive: siamo contrari a ogni ipotesi di restrizione

«Chiusure domenicali? Porteranno a esuberi consistenti»
Ancd Conad, l'associazione nazionale delle cooperative di dettaglianti aderenti al gruppo distributivo, ha espresso nuovamente la propria contrarietà rispetto alle proposte di legge che limitano le aperture domenicali. Il segretario Sergio Imolesi, partecipando ieri a un'audizione in Commissione Attività produttive alla Camera dei Deputati, ha sottolineato infatti le sue forti preoccupazioni per la possibile riduzione del monte ore lavorato

Nel caso più drastico, la chiusura di 52 domeniche l'anno, "ogni negozio di medie dimensioni (circa 600 mq) perderebbe circa 13mila ore di lavoro per anno, pari a circa 252 ore per domenica", ha rimarcato Imolesi.  Questa decisione rischierebbe di portare a "esuberi consistenti di personale" tra i "53mila dipendenti" della rete Conad, il 93% assunti a tempo indeterminato. 

Attualmente il 58% dei negozi Conad rimangono chiusi alla domenica, il 26% sono aperti solo alla mattina, mentre il 16% tengono aperte le saracinesche tutto il giorno. "La decisione di aprire o meno la domenica dovrebbe continuare a spettare, liberamente, ai nostri 2.713 dettaglianti, che gestiscono 3.149 negozi, distribuiti in tutte le province d'Italia. Ogni singolo imprenditore, infatti, è il migliore conoscitore del proprio mercato". 

Le vendite domenicali rappresentano l'11,3% del fatturato di Conad. E, in questa giornata, si fanno prevalentemente acquisti d'impulso (60%), quindi non programmati, "realizzati soprattutto da turisti e clienti occasionali che frequentano le città e, in particolare, i centri storici".

"Qualsiasi ipotesi di restrizione, poi, andrebbe a favorire l'e-commerce". Mentre le eventuali deroghe per le città turistiche rischiano di "portare confusione tra gli operatori".

Anche la proposta di introdurre un meccanismo di turnazione, che consenta di tenere aperto solo un quarto degli esercizi (25%), viene bocciata da Ancd Conad. "Questa formula è irricevibile - ha evidenziato ancora Imolesi - Non siamo erogatori di benzina, ma offriamo servizi. Abbiamo carte fedeltà e prodotti a marchio. Non è indifferente fare la spesa da Conad, piuttosto che da Esselunga o Coop, in quanto l'elemento della fedeltà alla marca è una delle nostre ragioni di vita".

Le indagini condotte nelle ultime settimane hanno riscontrato da parte dei consumatori un alto grado di apprezzamento nei confronti delle aperture domenicali. "Non si comprende - osserva Ancd Conad - l’urgenza di una norma che, oltre che ad avere effetti negativi sui consumi e su un comparto economico di primaria importanza per il Paese, priverebbe i cittadini di un servizio che considerano utile, e in certi casi necessario". 

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