Caro gasolio, Italia sempre sul podio

L’aumento dell’11,4% annuo frena la competitività delle nostre imprese

Caro gasolio, Italia sempre sul podio
A settembre la benzina ha raggiunto il prezzo massimo degli ultimi quattro anni. Stesso discorso per il gasolio che negli ultimi dodici mesi è aumentato dell'11,4%, fino a 1,531 euro il litro, la più alta quotazione mensile dal 2015 a oggi. E’ quanto emerge da un’analisi delle cooperative Uecoop su dati Globalpetrolprices.

Secondo Uecoop, nell’Unione europea è proprio l’Italia a pagare il diesel più caro d’Europa, dopo Svezia e Belgio. Il record del prezzo per la benzina, invece, è dei Paesi Bassi con un valore medio di 1,68 il litro, seguiti da Grecia (1,66) e Italia (1,64 euro/litro).
Da Nord a Sud della Penisola i prezzi di un litro di carburante possono variare anche di diversi centesimi a seconda che si vada in una pompa servita o self service, che ci si trovi all’interno della rete autostradale oppure che si faccia rifornimento in una cosiddetta pompa bianca.



Il tutto va a ripercuotersi sui costi della logistica e sul prezzo finale dei prodotti alimentari, visto che in Italia l’88% dei trasporti commerciali avviene su gomma. Per la Coldiretti, infatti, ogni pasto percorre in media duemila chilometri prima di giungere sulle tavole degli italiani. Così, l’aumento medio dei prezzi alimentari è stato superiore del 27% rispetto alla media dell’inflazione, che l’Istat a settembre ha indicato a 1,5%. Questo è il risultato dell’andamento dei prezzi del petrolio, spinti alle stelle dalle tensioni internazionali, in primis le difficili relazioni tra Stati Uniti e Iran.

Oltre a ridursi il potere d’acquisto delle famiglie, vanno su i costi energetici dell'intera filiera produttiva, rendendo più onerose le attività agricole, ma anche la trasformazione e la distribuzione. In più, il caro petrolio non riguarda solo il movimento delle macchine come i trattori, ma colpisce le attività che utilizzano il carburante per il riscaldamento delle serre (fiori, ortaggi e funghi).



L’analisi Uecoop fa anche un confronto tra Italia e Germania, con lo spread tra il prezzo del diesel che cala al 16,8%, oltre 2 punti percentuali in meno rispetto al 18,9% di agosto, facendo scendere mediamente da 13 a 12 euro il maggior costo di un pieno per l’automobilista italiano rispetto al tedesco. Nel caso della benzina – spiega l’analisi – lo spread scende all’8,6% con un taglio di quasi 4 punti rispetto ad agosto.
Non ci è dato di sapere la differenza dei costi con la Spagna che è la nostra diretta concorrente in fatto di produzioni ortofrutticole.

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