Finte mele bio tra Verona e la Romania

Finte mele bio tra Verona e la Romania
Finte "mele biologiche" tra Verona e la Romania. E' quello su cui ha indagato il pubblico ministero Maria Beatrice Zanotti ottenendo dal gip Marzio Bruno Guidorizzi il rinvio giudizio di dieci imputati accusati, a vario titolo, di aver organizzato un vero e proprio business illegale.

Gli addebiti sono pesantissimi: si va dalla truffa aggravata per il conseguimento di fondi pubblici all'associazione a delinquere contro il patrimonio e il commercio, dalla frode concretizzata con la coltivazione delle mele in Romania su un terreno con falsi certificati di conformità ecologica fino al falso. 

Sul banco degli imputati - si legge su L'Arena - sono finiti vertici, amministratori, tecnici e dipendenti della Cooperativa Ortofrutticola Padana e del Consorzio Ortofrutticolo Padano, a cui sono associate 11 cooperative per un totale di 1.100 aziende sparse tra le province di Verona, Padova, Rovigo e Mantova. 

Le indagini partite da verifiche contabili eseguite dall'autorità giudiziaria romena dove falsi certificati di conformità di un terreno dichiarato ecologico avrebbero permesso alla romena Agripod di ottenere 210mila euro di contributi pubblici, sono arrivate a Verona dove "gli imputati", recita il capo d'accusa, "si sono associati al fine di compiere una serie indeterminata di truffe aggravate per ottenere erogazioni pubbliche e frodi in commercio importando dalla Romania mele convenzionali per poi rivenderle spacciandole per biologiche" oppure "offrendo sul mercato mele certificate col marchio Qv- Qualità Verificata" che in realtà non lo erano "immettendo in commercio prodotti difformi da quelli dichiarati e contenenti residui chimici in quantità superiori a quelle consentite". 

E' il giro in chili del finto "bio" a rendere l'idea della truffa che, stando alla Procura, avrebbe reso al Consorzio milioni e milioni: "Il gruppo ha venduto sul mercato italiano diverse partite di mele spacciate come biologiche per un totale di 2.324 tonnellate apparentemente acquistate dalla romena Agropod". In più, "ha consegnato alla cooperativa Ve.Ba, con sede a Ferraara, altre 313 tonnellate". La Ve.Ba si è costituita parte lesa insieme alla Zuegg Spa, la ditta di marmellate che si riforniva al Consorzio.

"Ogni fornitura destinata a Zuegg per la produzione di prodotti finiti o semilavorati subisce approfonditi e stringenti controlli di laboratorio volti a verificare la qualità e conformità delle materie prime rispetto ai parametri indicati dal fornitore", precisa Zuegg, ribadendo che "garantire la qualità e genuinità delle forniture e dei prodotti è una priorità che non prevede deroghe o compromessi. Un patto di fiducia con tutti i clienti e consumatori che, quotidianamente, gustano i prodotti di un gruppo italiano che, dal 1890, porta sulle tavole di milioni di persone il risultato del lavoro, serietà e passione dei dipendenti e collaboratori Zuegg".

Fonte: L'Arena