Nuovi patogeni, stazioni di quarantena in porti e aeroporti

La proposta della Società di ortoflorofrutticoltura (Soi) in Commissione

Nuovi patogeni, stazioni di quarantena in porti e aeroporti
Stazioni di quarantena, gestite dal servizio fitosanitario nazionale, in tutti i porti e aeroporti italiani. Questa la proposta che Luigi Catalano, presidente della sezione Frutticoltura della Soi (Società di ortoflorofrutticoltura italiana), ha portato martedì in Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati. Una mossa che potrebbe attenuare la proliferazione di nuove malattie e insetti alieni nelle campagne italiane.

Ascoltato nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'emergenza "Xylella Fastidiosa" in Puglia, Catalano ha auspicato per il futuro dell’ortofrutticoltura "un rafforzamento del servizio fitosanitario nazionale e di quelli regionali, ormai smantellati - ha detto - In ognuno dei 52 punti d'ingresso presenti in Italia, 36 aeroporti e 26 porti, dovrebbe esserci un presidio fitosanitario con stazione di quarantena. Questo, purtroppo, non lo abbiamo", nonostante "tutta una serie di problematiche che stanno affliggendo la nostra frutticoltura, come ad esempio la batteriosi del kiwi e il cancro del castagno”.

"La nuova legislazione fitosanitaria dell'Ue, che entrerà in vigore a dicembre 2019, ha ribadito che in Europa è possibile introdurre tutto fuorché ciò che è vietato". Negli altri sistemi produttivi del mondo, fra cui Stati Uniti d'America, Sudafrica, Nuova Zelanda, Australia e Cile, si ragiona all'opposto: "E' vietato tutto tranne quello che è permesso, ma si applica la quarantena".

“Oggi - ha sottolineato Catalano - abbiamo la necessità di proteggere il nostro territorio e di produrre ortofrutta e piante in zone che ci permettono di avere certificati per l'esportazione".

Nel caso specifico del Sud della Puglia, Catalano ha suggerito di valutare l'introduzione di frutta tropicale nelle zone cuscinetto - dove, oltre all'ulivo, non si possono coltivare nemmeno il ciliegio e il mandorlo - così come nelle aree infette da Xylella, tenendo conto della loro vocazione a ospitare altre colture alloctone, ad esempio mango e avocado"Dobbiamo - ha concluso il presidente della sezione Frutticoltura della Soi - dare una nuova prospettiva ai territori interessati dal problema Xylella, che va affrontato tramite una visione a 360 gradi".

All'audizione hanno partecipato, tra gli altri, Domenico Bosco della Società entomologica italiana, Michele Perniola della Società italiana di agronomia e Maria Lodovica Gullino della Società italiana di patologia vegetale.

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