Chiusure domenicali, ecommerce scettico

I commenti di Cortilia, Restore, Fruttaweb, Cicalia: da «Anacronistico» a «Danno per tutti»

Chiusure domenicali, ecommerce scettico
L’eventuale chiusura domenicale dei negozi favorirebbe l’ecommerce? In che termini? Sono due tra le domande cardine del dibattito scatenato in questi giorni dal progetto del governo di abrogare la liberalizzazione degli orari di apertura. L’online sta crescendo a un ritmo del 15-17% annuo e nel 2018 il valore degli acquisti raggiungerà i 28 miliardi di euro, oltre 3,6 miliardi più dell’anno precedente. In attesa di capire se  l’eventuale giro di vite si ripercuoterà anche sui centri di distribuzione del commercio elettronico bloccando ogni operazione post-ordine (come prevede la proposta del vicepremier Luigi Di Maio), molti ritengono che le saracinesche abbassate rappresenterebbero, in ogni caso un assist per gli operatori “virtuali”, a tutto discapito dei negozi fisici. E loro, le aziende che si sono lanciate nelle vendite online anche per frutta e verdura, cosa ne pensano? 

Perentoria Barbara Labate, Ceo di Restore: “Non si salvaguardano le famiglie facendo chiudere obbligatoriamente i negozi nei giorni festivi. Gli italiani scelgono spesso di dedicarsi agli acquisti nei weekend poiché troppo impegnati durante la settimana lavorativa. In un momento in cui cerchiamo di agevolare le aziende nel delicato passaggio verso la completa digitalizzazione vengono proposte dalla classe politica italiana soluzioni divisive, inefficaci e anacronistiche”. 




“L’ipotesi poi di non permettere  ai consumatori di ordinare e ricevere comodamente a casa i propri acquisti - aggiunge Labate - danneggia le aziende, l’economia italiana nel suo complesso e soprattutto le famiglie. Forse qualcuno dimentica che le piattaforme di ecommerce svolgono un importante servizio di utilità sociale: per molti, tra cui persone diversamente abili, anziani, donne in gravidanza e mamme, la consegna a domicilio della spesa rappresenta una reale necessità. Privarli di questo servizio è irresponsabile oltre che poco strategico”. Insomma, conclude, “che gli store siano fisici o virtuali poco importa: il danno sarebbe enorme per tutti”. 

L’idea di chiudere tutto e far star fermo anche l’ecommerce fino al lunedì non piace a Marco Porcaro, founder & Ceo di Cortilia, che lo ha fatto presente in un post sui social network.
Marco Biasin, Ceo di Fruttaweb, sottolinea la “necessità di complementarietà tra online e offline” e ammette: “Se dovessero chiudere i negozi, l’ecommerce potrebbe averne un vantaggio. Il dibattito, peraltro, fa emergere che l’online aiuta a evitare problematiche connaturate all’offline”. Per i responsabili di Cicalia.Com, infine, “è giusto trovare un equilibrio tra orari di lavoro e vita privata,  evitando che i primi diventino eccessivi per i lavoratori. Vantaggi per l’ecommerce? Già adesso su internet si può comprare h24".

Dal canto suo l’Associazione italiana commercio elettronico, non ha mai nascosto la propria contrarietà a qualsiasi norma che limiti la libera iniziativa. E denuncia: "Attenzione, potrebbero beneficiarne gli operatori esteri".

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