Pesche e nettarine, la campagna non delude Apofruit

Il direttore commerciale: «Bene il mercato interno, Medio Oriente sempre più strategico»

Pesche e nettarine, la campagna non delude Apofruit
Quando la domanda interna c'è e i nuovi sbocchi commerciali si fanno interessanti la situazione inizia a sorridere. E’ il caso delle pesche e nettarine, un segmento in cui la cooperativa Apofruit ha gettato le basi per lavorare in maniera continuativa con i mercati "alto-spendenti" dei Paesi Arabi.

“Finora la campagna peschicola è andata discretamente, con risultati soddisfacenti e sicuramente migliori rispetto all'anno precedente - dice il direttore commerciale Mirco Zanelli - Da qualche giorno siamo entrati nel pieno della stagione su tutti gli areali produttivi, pertanto la pressione sul mercato europeo si è fatta un po’ più forte". 

L’export, per Apofruit, vale il 50% del business delle pesche e nettarine. La Germania e gli altri Paesi dell'Europa centrale sono i principali acquirenti insieme a ScandinaviaRegno Unito. Mentre le spedizioni nei mercati dell'Est Europa sono ormai marginali. "Negli ultimi anni - sottolinea Zanelli - la nostra quota di esportazione nei Paesi dell'Est si è ridotta in modo significativo, a fronte della pressione eccessiva che si registra in quest'area".

Per l'intera gamma della frutta estiva a marchio Solarelli, nel frattempo, sta diventando strategica la zona del Medio Oriente, sempre più ricettiva. "Ogni settimana - sottolinea Zanelli - inviamo verso gli Emirati Arabi Uniti, in particolare a Dubai, una media di due o tre voli fra pesche, nettarine, albicocche e susine. In questa seconda parte di campagna, poi, inizieremo per la prima volta a fare spedizioni veloci via mare dirette in Bahrein. Una destinazione che raggiungeremo in soli sette-dieci giorni".

“Già nelle campagne estive del 2016 e 2017 - conclude il direttore commerciale di Apofruit - avevamo registrato, per la frutta di alta qualità Solarelli, una crescita molto elevata in Medio Oriente. L'esportazione in quest'area ci consente non solo di generare valore aggiunto, ma anche di limitare il rischio di accavallamento delle produzioni nel tradizionale mercato europeo”.

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