«Così abbiamo portato la blockchain nel settore»

Pomodoro Torpedino nella prima ricetta certificata. Di Vito: «Ci espandiamo in Gdo»

«Così abbiamo portato la blockchain nel settore»
“Da pomodoro di nicchia a precursore della blockchain nel settore ortofrutticolo: per noi è una grande soddisfazione”. Mariano Di Vito, "patron" del Torpedino commenta così la notizia che nei giorni scorsi ha fatto il giro delle agenzie di stampa e delle più prestigiose testate giornalistiche nazionali: il lancio della prima ricetta al mondo certificata con l’innovativa tecnologia. Si tratta della panzanella dello chef Antonello Colonna che contempla, tra gli ingredienti, il Minisanmarzano della piana di Fondi (Latina). Documentata in ogni punto, ha il certificato di qualità che ne attesta la storia, la composizione, la lavorazione fino al piatto finale. Il servizio di certificazione è stato sviluppato dalla start up romana pOsti che, grazie alla blockchain, è in grado di codificare ogni passaggio della filiera, dal campo al piatto.

Il progetto sarà lanciato con un tour di 12 tappe che prenderà il via a settembre nelle campagne laziali proprio in occasione della raccolta del Torpedino. Obiettivo del percorso che si concluderà in Sardegna, è quello di valorizzare le ricette tipiche certificate pOsti e creare sinergie. La blockchain si basa su una tecnologia "da pari a pari" ideale per gestire ogni tipo di transazione in modo immediato e senza intermediari. Svariati i vantaggi: dalla riduzione dei tempi burocratici all'ottimizzazione dei costi dei processi di gestione. I dati immessi e codificati sono certi, inalterabili e condivisibili: nella fattispecie, tutti gli attori dell’ecosistema pOsti (aziende agricola, produttori, distributori, ristoratori, consumatori finali), diventano copromotori di un consumo di qualità, a tutela del Made in Italy


Foto di gruppo alla presentazione della panzanella "certificata". In primo piano lo chef Colonna, Di Vito è il secondo da sinistra

“La settimana prossima - spiega Di Vito - abbiamo appuntamento per allineare i sistemi informativi in modo da sincronizzare e allineare la tracciabilità che nella nostra azienda è già da tempo realtà al 100%. Abbiamo creduto fin da subito nel progetto e ci conforta il supporto e la vicinanza della Regione Lazio che considera il Torpedino una vera eccellenza, il top tra i prodotti ortofrutticoli del territorio”. 

Dal punto di vista produttivo, sono oggi una decina gli ettari dedicati al Torpedino in terra pontina. “Il mercato sta riprendendo quota dopo un periodo difficile, tra metà giugno e inizio luglio, originato da una sovrapproduzione  che ha reso difficile smaltire i pomodori”, sottolinea Di Vito. “A settembre entreranno in produzione quattro ettari: sarà il mese della verità”. Aumenta, intanto, il numero delle catene distributive che propongono il Torpedino “grazie anche a varie partnership strette sul territorio”, aggiunge Di Vito. “Da Coop a Conad fino a Unes, siamo sempre più presenti in Gdo e cerchiamo di far valere la nostra politica legata alla qualità, anche se non sempre, nelle catene è possibile trovare quello che la gente cerca; spesso le scelte privilegiano i volumi, la massa critica…”.

Oltre che in Italia, il Minisanmarzano di Fondi si sta facendo conoscere all’estero ed è già piuttosto radicato in Inghilterra: all'inizio di ottobre, sarà tra i protagonisti dell’evento Welcome Italia di Londra, vetrina delle eccellenze enogastronomiche Made in Italy. Si è infine conclusa con successo l’iniziativa “Adotta un Torpedino”: oltre cinquemila le piantine vendute. Il ricavato della vendita verrà devoluto, nel corso di una serata in programma a fine luglio, a due organizzazioni no profit, Allegra Brigata e Fondi nel cuore. 

Copyright 2018 Italiafruit News