Produzione e scambi, tutti i numeri di meloni e angurie

Diminuisce l'export italiano per entrambi i prodotti. Germania piazza strategica

Produzione e scambi, tutti i numeri di meloni e angurie
In un panorama mondiale dominato da Turchia e Iran, l’Italia si conferma un buon produttore sia di angurie che di meloni. In lieve calo le superfici coltivate per il melone mentre crescono quelle dell’anguria. Un aumento che si riflette anche sulle quantità prodotte. Battuta di arresto per l’export italiano nel 2017: calano infatti i volumi spediti all’estero di entrambi i prodotti.

L’evoluzione della produzione mondiale di meloni: cala la Spagna. Italia stabile




Analizzando i dati Faostat più aggiornati si nota che il primo produttore mondiale di meloni, escludendo la Cina, è l’Iran che, negli ultimi sette anni, arriva a produrre quasi 1,8 milioni di tonnellate, superando la Turchia che vede invece le sue produzioni in calo dall’inizio del nuovo millennio fermandosi a circa 1,7 milioni di ton. A completare la top five troviamo Egitto (oltre un milione di tonnellate), India (circa un milione) e, in calo rispetto al decennio precedente gli Stati uniti (circa 900mila). Discorso simile per la Spagna che, dopo anni di crescita ininterrotta, nel periodo 2010-2016 vede scendere la propria produzione a quota 800mila tonnellate. L’Italia, con una media di quasi 600mila tonnellate prodotte, si classifica ottava, subito dopo il Kazakistan che è invece in crescita esplosiva dall’inizio del nuovo millennio. A chiudere la top ten sono due paesi, Brasile e Guatemala, anch’essi caratterizzati da una notevole crescita delle proprie produzioni.

La produzione mondiale di angurie: Italia in coda




Secondo i dati Faostat, anche per le angurie i primi due player (Cina esclusa) sono Turchia e Iran, il primo con quasi 4 milioni di tonnellate e il secondo con circa 3,5 milioni. A seguire troviamo il Brasile con circa 2 milioni di tonnellate, l’Egitto con circa 1,7 milioni e gli Stati Uniti (1,6 milioni). Completano la classifica l’Uzbekistan (1,5 milioni), l’Algeria (1,5 milioni), la Russia (1,5 milioni), il Messico (1 milione) e il Kazakistan (950mila). Per trovare il primo Paese europeo bisogna scendere fino al dodicesimo posto: la Spagna produce infatti “solo” 880mila tonnellate di angurie nel periodo 2010-2016. E l’Italia? Ancora più in basso, al sedicesimo posto con 460mila tonnellate in media.

Produzione italiana di meloni in lieve calo




Nel 2017 la produzione nostrana di meloni è calata del 4% rispetto all’anno precedente. Infatti, secondo i dati Istat, l’anno scorso l’Italia ha raccolto circa 605mila tonnellate di meloni, contro le 632mila del 2016. Questa diminuzione segue parallelamente il calo delle superfici, che passano da quasi 25mila ettari a circa 24mila (-3%). Stabili le aree coltivate sotto serra (circa 3.500 ettari) mentre sono in calo quelle in pieno campo, che passano da 21mila ettari a circa 20mila. Guardando i dati regione per regione, vediamo che la Sicilia è la prima produttrice di meloni (quasi 150mila tonnellate), seguita da Lombardia (quasi 122mila), Campania (50mila tonnellate), Puglia (46mila tonn) ed Emilia-Romagna (42mila tonnellate).

Cresce la produzione nostrana di angurie




In crescita, secondo i dati Istat, la produzione di angurie in Italia. Un incremento che vale circa 35mila tonnellate e che porta il nostro Paese a superare le 570mila tonnellate nel 2017. La produzione è fatta per la maggior parte in pieno campo (oltre diecimila ettari) e al 20% sotto tunnel (quasi 2.400 ettari). A livello regionale il primo produttore è il Lazio che da solo vale quasi 140mila ton. A seguire troviamo la Campania (103mila tonnellate), la Puglia (quasi 86mila tonnellate), la Lombardia (65mila tonnellate) e la Sicilia (45mila tonnellate).

Import-export di meloni: battuta di arresto




Analizzando i dati Eurostat relativi agli scambi commerciali, si nota un calo delle esportazioni nel 2017, che si attestano a circa 37mila tonnellate. Questa è la prima battuta di arresto per le esportazioni italiane dal 2010 ad oggi. Un dato in controtendenza, considerando che in media negli ultimi sette anni le esportazioni di meloni dal nostro Paese sono cresciute a doppia cifra ogni anno rispetto al precedente. L’import mantiene l’andamento altalenante che lo ha caratterizzato nell’ultimo decennio, registrando un aumento del 9% rispetto al 2016 ma un calo del 7% rispetto al 2005.

Scambi commerciali di angurie: export in lieve calo




In calo le esportazioni di angurie italiane, che perdono il 7% rispetto al 2016, anno record per il nostro Paese. Le cause principali sono da ricercarsi nei flussi minori verso la Francia che, da quasi 25mila tonnellate di angurie importate nel 2016, l’anno scorso ne ha richieste solo 15mila. Bene l’export verso la Germania che si conferma al primo posto per le angurie nostrane: infatti circa il 42% delle angurie esportate finiscono verso Berlino.
In aumento le importazioni nel 2017 rispetto al 2016, ma l’andamento rimane altalenante e addirittura in tendente calo se si osservano i dati dal 2005 al 2017.

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