«Le reti antigrandine hanno salvato il nostro raccolto»

Precipitazioni in Friuli. Larcher (Mela Julia): «Ogni investimento in qualità viene ripagato»

«Le reti antigrandine hanno salvato il nostro raccolto»
Senza le reti antigrandine sarebbe stato un disastro. La perturbazione che domenica scorsa ha colpito il Friuli Venezia Giulia - soprattutto nella zona est della regione, in provincia di Gorizia - è stata violenta e i chicchi di ghiaccio hanno causato danni in agricoltura.

I frutticoltori stanno verificando lo stato delle loro produzioni, ma chi si è dotato di coperture può tirare un sospiro di sollievo. "Le reti antigrandine hanno salvato il raccolto - spiega a Italiafruit News Peter Larcher, presidente di Pomis e del Consorzio Mela Julia - Una grandinata violenta come quella di domenica avrebbe compromesso la qualità della produzione. Nel 2018 non si può più prescindere da questi sistemi: o si fa qualità oppure si può anche espiantare. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo coperto 45 ettari di frutteti, ne restano fuori giusto un paio. Bisogna avere gli impianti antibrina, l'irrigazione a goccia, le reti antigrandine... Prima bisogna investire per poter garantire qualità e poi si può pensare di fare frutticoltura".

Per le mele si prospetta una campagna con più volumi rispetto alla scorsa. "Merce rovinata dalla grandine, quest'anno sarebbe stata impossibile da collocare - aggiunge l'imprenditore - Si prospetta un'annata molto carica, i quantitativi ci sono e sul mercato è possibile distinguersi solo con la qualità, con prodotti buoni e salubri. Ogni euro investito in questa direzione è uno sforzo che viene poi ripagato. Anche gli investimenti per avere produzioni a basso impatto ambientale iniziano ad essere ben valorizzati dal mercato. Certo che bisogna adeguarsi, non si può più ragionare secondo la logica 'dell'abbiamo sempre fatto così', bisogna guardare avanti pur consapevoli che, se le mele non sono buone, non si può dare una volta la colpa al territorio, l'altra al clima e l'altra ancora all'annata storta - conclude Larcher - Il nostro lavoro, quello dei produttori professionali, resta al centro".

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