Tamarindo, la «juicery» che mancava

Nel cuore di Firenze una start-up propone frutta e verdura in modo innovativo e salutare

Tamarindo, la «juicery» che mancava
Finalmente un locale “diverso”, che punta su frutta e verdura per offrire un’alternativa al classico panino. Nel cuore di Firenze, a pochi metri dalla Galleria degli Uffizi, dal 21 giugno ha aperto Tamarindo Juicery, una start-up creata da tre giovanissimi imprenditori: Cesare Cacciapuoti, lo “stratega” finanziario-operativo con la vocazione per lo sviluppo di nuove attività, Nicolò De Gregorio, nel Dna il know-how (e le forniture selezionate) di una famiglia che da 70 anni opera nel settore ortofrutticolo, e la bolognese Silvia Bartolomei, imprenditrice nel settore della ristorazione con esperienze nel mondo ortofrutta.

“Volevamo offrire una nuova modalità di consumo di frutta e verdura che desse a tutti la possibilità di mangiare prodotti di qualità in modo pratico, veloce e accessibile - dice Cesare Cacciapuoti a Italiafruit News - Così, siamo stati tra i primi a proporre i succhi di frutta pressati a freddo e i primi a portare nei negozi italiani la pressatura a vista, davanti al cliente”.



Qui sta il core business dell’azienda: "I succhi ottenuti dal processo a freddo sono il non plus ultra per l'assunzione dei nutrienti, perché il processo di produzione riduce al minimo l'ossidazione degli enzimi e delle vitamine della materia prima - spiega Cacciapuoti - Il succo, cioè, mantiene più nutrienti deperibili e per più tempo. La facilità di assunzione di questi nutrienti fa sì che mezzo litro di una nostra bottiglietta corrisponda circa a un chilo e mezzo di frutta”.

A neanche un mese dall’inaugurazione, Tamarindo vende 70-80 litri di succhi al giorno, per un totale di 150 chili di frutta. “Abbiamo differenti mix a seconda degli obiettivi e dei clienti - continua l’imprenditore fiorentino - Per un primo approccio c’è mela&menta o ananas&basilico, per i più radicali il Green monster, con cavolo nero, sedano, cetriolo, spinaci, prezzemolo, finocchi e limone”.




Quello che deve essere chiaro è che alla base non c’è un’inclinazione vegetariana o vegana, ma “solo la volontà di incoraggiare una dieta equilibrata e imperniata su frutta e verdura, che oggi manca soprattutto perché mancano qualità, praticità e freschezza”.

Argomenti che conosciamo. Accanto ai succhi, poi, un menu altrettanto legato al benessere: insalate a base di frutta e verdura, semi e noci ma anche proteine vegetali e animali, studiate per essere pasti completi, non più semplici contorni. Altro piatto forte, i crostoni, che regalano un tocco di croccantezza al menu senza rinunciare all’italianità: vedi, per esempio, l’hummus “bruschetta” e l’avocado “special” con pecorino toscano e peperoncino.

Insomma, il negozio non è proprio una caffetteria tradizionale. “Non vendiamo alcolici e ai caffè e cappuccini preferiamo il caffè filtro. Anche in questo caso - conclude Cacciapuoti - per offrire la massima esperienza qualitativa e gustativa ai nostri clienti”.

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