Pomodoro fuori suolo? «Meglio» di quello locale

Marco Ongaro (Azienda Rosario): «Buono e sano, i clienti gli attribuiscono più valore»

Pomodoro fuori suolo? «Meglio» di quello locale
Da fine marzo fino a primi dicembre l’Azienda Rosario di Isola della Scala (Verona), certificata GlobalGap, produce pomodoro fuori suolo in serra di ultima generazione.
“Siamo stati tra i primi a investire nelle innovazioni hi-tech, nel 2004 – spiega Marco Ongaro, alla guida dell’azienda insieme al cugino Alberto e al cognato, Gabriele Dipietrantonio – In tutto abbiamo 3,2 ettari di fuorisuolo destinati a ciliegino, datterini, grappolo e tipologia San Marzano. Poi sei ettari di tunnel freddi classici per melanzane, cetrioli lunghi e pomodori”.



La produzione annua di pomodori si attesta intorno alle 1.200 tonnellate di grappolo, poi 200 di San Marzano, 160 di ciliegino e 100 ton di datterini, che l’azienda veneta commercializza direttamente grazie a un posteggio privato al Mercato di Verona, in grado di servire tutto il Nord Italia, o tramite alcune insegne della grande distribuzione organizzata.



“Mentre i pomodori coltivati fuori suolo sono confezionati in serra, in magazzino lavoriamo melanzane, cetrioli e pomodori raccolti nei tunnel freddi – continua Ongaro – Il 60-70% del nostro pomodoro va all’estero, in particolare in Nord Europa e Paesi dell’Est”.



“La coltivazione fuori suolo permette di controllare l’ambiente di coltivazione e, al contrario di quanto crede il consumatore, di ottenere ortaggi buoni e sani. Il che – conclude Ongaro – attira l’interesse del cliente più del prodotto locale o legato al territorio di origine”.

Copyright 2018 Italiafruit News