«La flessibilità è l'inizio del declino della Pac»

«La flessibilità è l'inizio del declino della Pac»
"Non vogliamo e non possiamo accettare che gli agricoltori diventino il salvadanaio di qualsiasi altra politica europea. L'attività agricola e la sostenibilità economica dei nostri produttori sono, e devono continuare ad essere una priorità per l'Ue''. Così Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, ha espresso in termini fermi - alla presenza del commissario all'agricoltura Phil Hogan - la necessità che gli agricoltori e l'intera filiera restino il perno della futura riforma della Pac. L'occasione è stata la Fiera nazionale dell'agricoltura di Santarém, in Portogallo, presente il ministro dell'agricoltura portoghese Luis Capoulas Santos.

"In quanto co-legislatori insieme al Consiglio dei ministri Ue sulla riforma della Pac post 2020 - ha detto De Castro - oltre alla preoccupazione sul finanziamento della Pac, riteniamo che la flessibilità concessa dalla proposta agli Stati membri, possa diventare l'inizio del declino della natura comune della Pac. A mio avviso, infatti, la flessibilità può trasformarsi in uno strumento positivo se limitata ad un menu di interventi dentro il quale ogni Stato membro può scegliere quelli più adatti alle sue specificità, ma sempre all'interno di un quadro comune di regole gestito dall'Ue. In caso contrario saremmo confrontati a distorsioni di concorrenza, esposizione dell'attività agricola alla situazione politica dei Governi, a eventuali rettifiche finanziarie per gli agricoltori e a un aumento della burocrazia nazionale. Rischi che sarebbero ancora più forti nei Paesi in cui la Pac è gestita a livello regionale".

"Ad ogni modo - ha concluso De Castro - voglio ringraziare il commissario Hogan per aver rafforzato nella sua proposta di riforma le misure già introdotte con l'Omnibus: dal sostegno ai giovani agricoltori alle Pmi, fino alla gestione del rischio''.

Fonte: Ufficio stampa Paolo De Castro