Agroinnova: anni di impegno per una difesa sostenibile

Agroinnova: anni di impegno per una difesa sostenibile
Produrre in agricoltura in maniera più sostenibile per l’ambiente, riducendo l’impiego degli agrofarmaci per la difesa delle colture dagli attacchi dei parassiti è possibile e la ricerca ha compiuto negli ultimi anni passi da gigante in questo settore. Oggi è più che mai importante  trasferire i risultati degli studi condotti al mondo delle imprese. È questo in estrema sintesi il messaggio lanciato ieri - giorno in cui si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Ambiente - da Agroinnova, il Centro di competenza per l’Innovazione in campo agro-ambientale dell’Università di Torino, in occasione della tradizionale giornata a porte aperte organizzata presso il Campus universitario di Grugliasco, rivolta principalmente ad operatori del settore, Istituzioni e giornalisti, intitolata - non a caso - “Si può fare!”.
 
Nel corso dell’incontro, infatti, Agroinnova ha ricordato i numerosi studi condotti per ridurre l’impiego di mezzi chimici per la difesa delle colture dagli attacchi di parassiti capaci di produrre importanti danni economici al sistema agricolo. Ancora quanto mai attuale la collaborazione con il Ministero dell’Ambiente per l’attuazione del Protocollo di Montreal per l’eliminazione delle sostanze dannose per l’ozono stratosferico, che ha permesso ad Agroinnova di mettere a disposizione degli agricoltori italiani prima, cinesi, nord-africani e rumeni poi, i risultati delle ricerche condotte per mettere a punto strategie di difesa non chimica nei confronti di pericolosi parassiti terricoli.
 
Oggi Agroinnova opera nel campo della difesa sostenibile delle colture nell’ambito di diversi progetti del Programma Horizon 2020, che hanno lo scopo di sviluppare soluzioni pratiche per contrastare i parassiti delle colture che giungono nei Paesi dell’Unione per effetto della globalizzazione (Emphasis, di mettere a punto metodi di produzione sostenibile per l’agricoltura in Cina, migliorando così l’impatto ambientale, la sicurezza e la salubrità dei prodotti alimentari importati nei Paesi europei (Euclid) e di validare metodi diagnostici innovativi per accelerare la diagnosi dei più pericolosi parassiti (Valitest).
 
Se le ricerche condotte negli anni 2000 hanno permesso agli agricoltori italiani e cinesi di riuscire a fare a meno di un fumigante quale il bromuro di metile, oggi gli studi del Centro Agroinnova sono sempre più volti alla prevenzione dell’arrivo di nuovi parassiti (i cosiddetti “alieni”) e alla  messa a punto di interventi di difesa da condursi ove possibile già in vivaio per rendere le piante più resistenti all’attacco da parte di patogeni terricoli. Le applicazioni in vivaio di induttori di resistenza, capaci di suscitare nella pianta ospite risposte resistenti nei confronti del patogeno risultano molto interessanti perché consentono, a fronte di applicazioni di quantità limitate di prodotti, spesso semplici sali, una protezione a lungo termine della coltura. Negli ultimi anni Agroinnova ha, infatti, maturato una notevole esperienza nello sviluppo di strategie di difesa basate sull’uso di sali e altri prodotti naturali capaci di stimolare nella pianta ospite una risposta resistente nei confronti di numerosi patogeni. Strategie di difesa oggi utilizzabili in campo, perché come sempre le ricerche del Centro coinvolgono le aziende. Tali induttori di resistenza (Sali di calcio, fosfiti…) risultano molto efficaci anche nei confronti di agenti di malattie fogliari.
 
"I risultati dei progetti Europei, in cui Agroinnova ha maturato una grande esperienza negli ultimi quindici anni, testimoniano l’importanza di agire in stretta collaborazione con le imprese per sviluppare velocemente soluzioni in grado di ridurre l’impiego di agrofarmaci in agricoltura, garantendo al tempo stesso una difesa efficace per le colture", ha dichiarato Angelo Garibaldi, presidente del Centro.
 
"Chi mi conosce sa che non sono solita assumere posizioni estremiste e che non sono per principio contraria all’uso di agrofarmaci - spiega Maria Lodovica Gullino, direttore di Agroinnova - ma non possiamo restare indifferenti alle sempre più pressanti richieste che giungono dai consumatori per una consistente riduzione dell’uso di mezzi chimici. Compito della ricerca è sempre quello di aprire la via all’uso di mezzi di lotta alternativi. Senza però dimenticare il fatto che ci sono situazioni in cui il ricorso all’uso di agrofarmaci resta indispensabile. Il fine ultimo è quello di garantire una produzione più sostenibile nel tempo, garantendo la sicurezza e la salubrità dei prodotti alimentari. È evidente che le ricadute positive di un approccio di questo tipo sono poi riscontrabili sui singoli territori, Piemonte incluso, che possono beneficiare di nuovi strumenti per sviluppare un’agricoltura più moderna e contrastare efficacemente eventuali minacce. Dalla salute delle piante dipende, infatti, la salute dell’intero pianeta, non solo perché dalle piante deriva gran parte del cibo che uomo e animali consumano, ma anche perché soltanto dallo studio e dalla comprensione delle complesse interazioni pianta-animale-uomo possono derivare soluzioni in grado di assicurare alle generazioni future una migliore qualità della vita".

Fonte: ufficio stampa Agrinnova