Dop e Igp, cercasi notorietà

Al via la promozione Ue per consumatori ancora confusi. I dati del Monitor Agroter

Dop e Igp, cercasi notorietà
E’ notizia di pochi giorni fa l’avvio o, meglio, il ritorno della campagna di comunicazione "L'Europa firma i prodotti dei suoi territori", iniziativa finanziata dall'Unione europea per promuovere frutta e verdura Dop (Denominazione di origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta).
In Italia l’attività – sviluppata nelle principali catene della grande distribuzione organizzata in differenti periodi dell’anno in funzione della stagionalità dei prodotti - riguarderà l'Asparago verde d'Altedo Igp, la Ciliegia di Vignola Igp, la Pesca e la Nettarina di Romagna Igp, l'Insalata di Lusia Igp, la Pera dell'Emilia Romagna Igp, il Radicchio rosso di Treviso Igp e Variegato di Castelfranco Igp e il Radicchio di Chioggia Igp. Il progetto prevede anche una campagna online di promozione su siti specializzati di cucina e gastronomia.

Attività promozionale che, osservando i risultati dell’indagine condotta quest’anno dal Monitor Ortofrutta di Agroter su un campione di tremila rispondenti, sembra quanto mai necessaria: per buona parte dei nostri connazionali, infatti, i marchi europei di indicazione geografica restano “emeriti sconosciuti”.
Nel caso della frutta, sono stati esaminati mele, limoni, ciliegie, clementine, uva da tavola e meloni (vedi figura sotto). La Dop per eccellenza tra le mele, quella della Val di Non, è riconosciuta dall’81% degli intervistati; segue la mela dell’Alto Adige al 78%, mentre la mela della Valtellina si ferma al 69%. Per la mela annurca campana si arriva al 49%.
Per quanto riguarda i limoni, l’80% dei responsabili acquisto sa che il limone di Sorrento si fregia del riconoscimento europeo. Il 42%, però, scambia la Dop con l’Igp. Vicina al 70% anche la notorietà sollecitata del Limone di Amalfi. Tra le ciliegie, la denominazione più riconosciuta è quella di Vignola Igp con il 61%. Le ciliegie di Marostica sono al secondo posto, ma con il 38% delle citazioni. Più di un quarto degli italiani, poi, ricorda le fantomatiche “ciliegie di Cuneo e di Trani”, prive in realtà del riconoscimento europeo.



Passando alle clementine, al primo posto c’è un’altra “fake”: le “clementine della Sicilia orientale”, conosciute però da più della metà del campione (55%). Seguono le clementine di Calabria Igp con il 51%, anche se il 23% le ricorda come Dop. Per quanto riguarda l’uva da tavola, il 48% si ricorda della denominazione di Puglia, il 30% dell’uva di Canicattì e il 26% di quella di Mazzarrone. Per il melone stesso discorso delle clementine: il melone mantovano (l’unico Igp) è riconosciuto solo dal 34% degli italiani che, prima, citano il siciliano (40%) e il pugliese (35%).

Tra gli ortaggi (vedi figura sotto), ci sono molte meno Dop e Igp riconosciute e, per di più, tutte riconducibili ai pomodori. In testa troviamo il San Marzano Dop con l’83% e il 50% sa anche che si tratta di una denominazione protetta. Subito dopo, all’82%, il pomodoro di Pachino Igp. Tra i tuberi, la più nota è la patata della Sila (40%), seguita a pari merito dalla patata di Bologna e da quella del Fucino. Al quarto posto la Novella di Galatina Dop (32%). Gli asparagi più riconosciuti sono quelli di Bassano del Grappa (38%), seguiti da quelli di Altedo al 23%. In terza posizione gli asparagi di Cimadolmo, che raggiungono il 22% di notorietà indotta come i Badoere. L’aglio più riconosciuto dagli italiani come Dop/Igp è invece un prodotto agroalimentare tradizionale (Pat), cioè l’aglio rosso di Sulmona citato dal 35%. In seconda posizione, l’aglio di Voghiera al 28%, in terza l’aglio piacentino, che non ha alcun riconoscimento Ue. Le carote non arrivano al 30% di notorietà: quelle del Fucino si fermano al 28% e le novelle di Ispica al 24%.



Gli stessi prodotti Dop e Igp sono stati analizzati rispetto alla provenienza geografica dei rispondenti. In generale, per quanto riguarda la frutta, al Nord si riconoscono i bollini europei sia settentrionali che meridionali, come nel caso delle clementine di Calabria (52%) e dell’uva di Puglia (50%), mentre al Sud sono noti i marchi di casa. E così la notorietà delle mele della Val di Non, delle ciliegie di Vignola e del melone mantovano cala via via che si scende lungo lo Stivale. Le verdure Dop e Igp sono generalmente più riconosciute in area 1 (Nord-Ovest), 2 (Nord-Est) e 4 (Sud e Sicilia).

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