Fragole, la Germania chiude le frontiere

Produzione abbondante in Centro Europa, Made in Italy ko

Fragole, la Germania chiude le frontiere
Una campagna al di sotto delle aspettative e una chiusura con poca gloria per la fragola italiana sul fronte export. In questi giorni i principali Paesi del Centro e del Nord Europa, complici le temperature particolarmente miti che hanno accelerato maturazione e raccolti, hanno sostanzialmente chiuso le frontiere: il prodotto nazionale basta e avanza. Mentre il Made in Italy deve fare i conti, oltre che con la concorrenza spagnola, con il maltempo, che incide su qualità e quantità. Nel corso dell’incontro promosso nei giorni scorsi al Macfrut di Rimini dal Crea in collaborazione con Università politecnica delle Marche e Soi - Società di ortofrutticoltura italiana - è emerso come il raccolto di quest’anno sarà “scarso e di qualità inferiore alla media” a causa delle avversità climatiche che hanno caratterizzato il periodo invernale ma anche le scorse settimane. Ciò si tradurrà con ogni probabilità in un appesantimento della bilancia commerciale e in una forbice prezzi più marcata del solito tra fascia alta e medio-bassa di prodotto.


 
“Sicuramente la campagna 2018 non passerà alla storia come memorabile”, attacca Gianluca Bellini, direttore commerciale di Apo Scaligera, realtà veronese che esporta il 65% circa delle fragole in Germania, Austria e Svizzera. “Le temperature particolarmente elevate, in certi casi superiori alle nostre, di molte aree del Centro Europa hanno favorito lo sviluppo dei frutti in anticipo chiudendo di fatto la finestra commerciale solitamente utilizzata dagli esportatori italiani. Nella Valle del Reno, ad esempio, hanno raccolto quantitativi significativi già in aprile e dalla prima metà di maggio hanno cominciato a disporre di volumi importanti: gradualmente il ricorso all’import si è ridotto fino quasi ad annullarsi. Risultato: in Austria e Germania da circa una settimana non vendiamo più niente mentre riusciamo ancora a mantenere una piccola quota in Svizzera, peraltro in graduale diminuzione”. 



“Una situazione sicuramente penalizzante - aggiunge Bellini - amplificata dalle sfavorevoli condizioni meteorologiche italiane. L'alternanza di caldo, pioggia e fenomeni estremi come le bombe d’acqua della scorsa settimana non hanno fatto bene alle fragole, neppure a quelle in coltura protetta. Troppa umidità. La produzione veronese, al lumicino in aprile quando solitamente arrivava negli stabilimenti di lavorazione il 30% del totale, si è concentrata nei primi giorni di maggio e ora si stanno riducendo i raccolti. Il riferimento commerciale, oltre al mercato italiano è così ora rappresentato da alcuni Paesi dell’Est. Andremo avanti ancora una decina di giorni e poi tireremo le somme: sicuramente il bilancio, a dispetto delle premesse, che erano buone, non sarà positivo”.

A confermare i problemi sul mercato tedesco è Roberto Donà, commerciale di “3Frutti”, azienda padovana fortemente export-oriented: “Non solo le fragole ma anche gli asparagi italiani quest’anno non riescono a fare breccia in Germania: decisivo il ritardo di maturazione che ha reso disponibili i prodotti quando la richiesta dei clienti d’Oltralpe era ormai ampiamente soddisfatta dalla materia prima nazionale”.

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