Riforma Pac: meno aiuti alle aziende più grandi

Riforma Pac: meno aiuti alle aziende più grandi
Un tetto massimo di 60mila euro l'anno per gli aiuti alle aziende agricole e piani nazionali molto articolati per l'applicazione della Pac. Sono alcuni dettagli delle bozze dei regolamenti sulla futura politica agricola comune. Ansa ha potuto prendere visione delle tre proposte legislative (quasi 200 pagine tra norme su aiuti diretti e sviluppo rurale, organizzazione dei mercati e regole "orizzontali") che a meno di colpi di scena saranno presentate il 31 maggio dall'Esecutivo Ue. I testi sono attualmente all'esame dei servizi della Commissione europea e potrebbero subire modifiche. Al momento, si prevede un tetto massimo di 60mila euro per gli aiuti alle aziende, al netto dei salari e delle altre spese per il personale. Vale a dire escludere dal sostegno Ue le aziende più grandi.

L'idea di fissare un limite massimo per i singoli aiuti (il cosiddetto capping), che la Commissione insegue in forme diverse dalla fine degli anni '90, ha due obiettivi. In primo luogo è un espediente per ridurre la spesa Pac, che nella proposta di bilancio Ue 2021-27 attesa per il 2 maggio potrebbe subire un taglio del 6%. In secondo luogo il tetto, affiancato da una misura obbligatoria sulla redistribuzione dell'aiuto per ettaro, dovrebbe garantire un equilibrio maggiore nell'erogazione dei fondi a favore delle aziende più piccole.

L'azione della nuova Pac dovrà svilupparsi su nove obiettivi comuni a livello Ue. A quelli tradizionali, come il sostegno al reddito degli agricoltori e la food security, si aggiungono aspetti nuovi, come la risposta alle aspettative della società su cibo e salute. Su questi obiettivi comuni, i singoli Paesi dovranno costruire piani di sostegno nazionali piuttosto dettagliati, che Bruxelles approverà e sulla cui applicazione vigilerà. A prima vista, non sarà un compito semplice per le amministrazioni nazionali di Paesi come Italia, Germania o Spagna, dove le competenze agricole fanno capo alle regioni.

Starà alle amministrazioni centrali decidere, entro limiti fissati da Bruxelles, la definizione di "giovane agricoltore", o agricoltore "vero" quali beneficiari degli aiuti. I Paesi dovranno anche preparare piani specifici per settori come ortofrutta, vino, olio d'oliva e apicoltura e decidere come distribuire la dotazione finanziaria nazionale degli aiuti diretti (il 70% della spesa Pac), suddivisa tra un pagamento di base, un pagamento complementare per i giovani, il già citato aiuto redistributivo per le piccole aziende e uno schema volontario per il clima e l'ambiente.

Fonte: Ansa