Fruitimprese, obiettivo Cina. «Ma ora più innovazione e sostegno dalle istituzioni»

Salvi confermato alla presidenza. «L'export cresce, restano gli ostacoli»

Fruitimprese, obiettivo Cina. «Ma ora più innovazione e sostegno dalle istituzioni»
Più innovazione, più strategie, più Cina. Il presidente di Fruitimprese Marco Salvi è soddisfatto dei risultati dell’export ortofrutticolo italiano, ma guarda avanti e chiede ai colleghi imprenditori e alla politica uno sforzo per superare ostacoli e limiti. Lo fa nel giorno dell’assemblea annuale della più importante associazione di settore, ieri a Roma, dove traccia anche un ideale bilancio dei suoi due primi mandati, che in serata diventeranno tre: la platea, su proposta del past president Giuseppe Calcagni, lo conferma per acclamazione al vertice del sodalizio di cui è leader dal 2012. Sono oggi 300 le aziende associate per un valore di 7 miliardi di euro, 2 dei quali legati all’export. Nel 2017 le esportazioni italiane hanno raggiunto il valore record di 4,9 miliardi di euro (+3% sull’anno precedente), il saldo attivo il miliardo: una performance che conferma l’ortofrutta al vertice, con il vino, nel ranking dei settori dell’agroalimentare Made in Italy più votati all’internazionalizzazione.  


Parola d'ordine: innovare

A dieci anni dallo scoppio della "grande crisi" gli indicatori economici generali sono migliorati. Il settore deve affrontare nuove problematiche (Salvi ha citato l’embargo russo che pesa 2,2 miliardi sull’export ortofrutticolo Ue, l’effetto Brexit, il muro contro muro Usa-Cina), ma anche interessanti opportunità ("dovremmo inserirci maggiormente nel mercato cinese accelerando la conclusione degli accordi fitosanitari sulle pere e sulle mele”). 

Il numero uno di Fruitimprese ha definito fondamentale “investire in innovazione”. In tutti i segmenti della filiera, dalla produzione alla promozione, lavorando sulle varietà (“significativo quanto avviene per l’uva, con il consumatore che si sta orientando sulle varietà senza semi”) e sulla qualità, impegnandosi nella valorizzazione di alcune specie, operando sul fronte logistico e commerciale e concentrandosi soprattutto su quei consumatori disposti a remunerare adeguatamente i prodotti: basta commodities, il messaggio di Salvi, l’Italia deve farsi conoscere per il “premium price”. Nel frattempo i consumi interni di frutta e verdura continuano a lievitare, pur senza exploit.



Miglioramento genetico, nuove tecniche produttive, definizione di un catasto del patrimonio ortofrutticolo e individuazione di adeguate risorse finanziarie per progetti di valenza strategica nazionale sono le priorità indicate da Salvi per il primo anello della filiera mentre sul fronte commerciale, ("che ha registrato i maggiori tentativi di innovazione organizzativa dell’offerta"), serve maggiore coesione: “le imprese che hanno deciso di unirsi per collaborare, soprattutto in chiave-export, stanno lavorando bene“.

Il futuro è in Cina: Italia leader nell'export

I rapporti con la Cina, da considerarsi a tutti gli effetti Paese target, sono migliorati e questo lascia ben sperare per il futuro, ha aggiunto il presidente. Anche perché la "sfida commerciale" tra il colosso asiatico e gli Usa crea nuove chanceSecondo i dati delle dogane cinesi, l’Italia è il primo Paese europeo esportatore di frutta in Cina (mentre nel ranking globale slitta al 12esimo posto) con una crescita del 69% tra il 2009 e il 2016; un primato figlio soprattutto dell’export di kiwi. Rispetto a tre anni fa, il nostro Paese ha raddoppiato il proprio fatturato. Dopo la revisione dei protocolli già siglati per kiwi e agrumi, Fruitimprese auspica un'accelerazione del negoziato per le pere per poi iniziare il capitolo mele. "Ma da febbraio siamo in una fase di stallo", ha detto preoccupato Salvi. 



Per affrontare al meglio il mercato cinese, ha spiegato il presidente, occorrono in ogni caso quantità e capacità di servizio adeguate, quindi sinergie, e servono piattaforme di distribuzione in loco, oltre a campagne di promozione e comunicazione ad hoc. E, ancora, una logistica all'altezza.

Pac e Ocm

Un ruolo centrale per il comparto, ha aggiunto Salvi, è rappresentato dalle politiche comunitarie della nuova Politica Agricola Comune 2020/27 e quindi dell'Ocm ortofrutticola. A questo proposito Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, ha spiegato l'importanza del Regolamento Omnibus in base al quale "quanto fatto secondo lo spirito della Pac è superiore, in materia di diritto, rispetto ai principi della concorrenza". Ma occorre tenere alta la guardia per difendere quanto costruito in questi anni a tutela delle produzioni di qualità. Per quanto riguarda la riforma della Pac non ci sono, ha detto, i tempi tecnici per la votazione, per cui dovrebbe rimanere invariata fino al 2020. Infine una battuta su Brexit: è stata un vaccino, non un virus e l'Europa ne è uscita più forte. 


Le richieste alla politica

Per far crescere l'economia, ha proseguito Salvi, sono fondamentali interventi più decisi da parte del governo su costo del lavoro, pressione fiscale ed efficienza della pubblica amministrazione: “Abbiamo salutato con favore la costituzione del tavolo di coordinamento del settore ortofrutticolo e siamo impegnati a garantirne il funzionamento; speriamo che l’attuale sospensione delle attività sia dovuta soltanto alle contingenti vicende politiche, anche se sarebbe opportuno che il livello tecnico dei ministeri coinvolti ne assicurasse il costante funzionamento. Le esigenze del settore, ben evidenziate nelle seduta di insediamento in catasti, internazionalizzazione, promozione, non possono permettersi periodi di inattività istituzionale”. 



Salvi ha concluso sottolineando come Ismea e Cso possano svolgere un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi del pianeta ortofrutta e auspicando la nascita di un Governo nazionale: "serve un celere accordo per la nomina di un nuovo esecutivo”.
 
Quello del massimo esponente di Fruitimprese è stato l’intervento centrale nell'ambito del convegno dedicato a “Innovazione e competitività nel mercato internazionale” contraddistinto dagli interventi di Alessia Amighini, co-direttore dell’Osservatorio Asia Aspi e docente all’Università Orientale del Piemonte (vedere l'altro articolo della newsletter odierna), Raffaele Borriello, direttore generale Ismea, che ha parlato del sostegno finanziario all’internazionalizzazione delle imprese italiane e Paolo De Castro.



In chiusura dei lavori della 69esima assemblea dell'associazione, tavola rotonda con Angelo Benedetti (Unitec), Achille Luca Molari (International Paper), Alessandro Annibaldi (New Factor spa) e Marco Rivoira (Rivoira).

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