Dico Tuodì, c'è un'offerta per 61 punti vendita

E' di un discounter. Cessione in vista per altri 13 negozi del Nord Est

Dico Tuodì, c'è un'offerta per 61 punti vendita
Entra nel vivo la vendita di Dico TuoDì. A spezzatino. Dopo la cessione di 21 punti vendita in Campania, domani dovrebbe essere reso noto il nome della società legata a una nota catena distributiva che acquisirà una consistente fetta, la più grossa: 61 negozi sparsi su tutto il territorio nazionale. E’ arrivata infatti l’offerta da parte di un Gruppo della Gdo la cui identità sarà resa ufficiale (fatto salvo proposte più vantaggiose) entro 48 ore. Il nome è avvolto dal riserbo ma l’identikit è quello di un noto discounter attivo nelle regioni dell’Italia Settentrionale e Centrale. Che non è Aldi. E neppure Lidl, Eurospin e Md. Altri 13 punti vendita del Nord dovrebbero poi essere aggiudicati a stretto giro.

In sostanza sono in corso due aste, in attesa di autorizzazione da parte del Tribunale, la prima per la cessione appunto di 61 punti vendita, con 322 addetti, dislocati in Emilia Romagna, Liguria, Valle d’Aosta, Lazio, Piemonte, Lombardia e Abruzzo e la seconda per la cessione di 13 punti vendita con 63 lavoratori tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia.

Il piano prevede inoltre la dismissione di ulteriori 25 negozi dislocati su tutto il territorio nazionale. Resterebbero nel perimetro aziendale 146 punti vendita con 882 addetti.

I nuovi elementi sono emersi in occasione dell’incontro di giovedì scorso al ministero dello Sviluppo economico tra Dico Spa e i sindacati di categoria. L’impresa, sottolinea Uiltucs in una nota, ha comunicato che la presentazione del piano concordatario deve ancora essere approvato, in quanto il commissario giudiziale ha ritenuto necessaria un supplemento di  documentazione, ma sembrano esserci tutte le condizioni utili per il via libero prima dell’estate.

Dico ha inoltre confermato il miglioramento degli indicatori economici con particolare riferimento al fatturato e al numero di clienti, mentre i sindacati hanno espresso preoccupazione per il possibile peggioramento delle condizioni salariali e per la salvaguardia dei livelli occupazionali. Preoccupazione che riguarda anche la vendita avvenuta in Campania, dove il confronto tra acquirente e organizzazioni sindacali è tuttora aperto. Il prossimo incontro tra le parti è stato fissato per la fine del mese di maggio.

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