Apofruit, i numeri della crescita in Sicilia

Il Gruppo ha festeggiato i dieci anni di presenza sull'isola

Apofruit, i numeri della crescita in Sicilia
L'avventura in Sicilia del Gruppo Apofruit taglia il traguardo dei dieci anni. Un decennio di crescita - come ricorda la cooperativa - che ha trainato lo sviluppo di un intero territorio dalla forte vocazione ortofrutticola e ha gettato le basi della coltivazione biologica nell’area di riferimento.

Apofruit ha il proprio stabilimento a Donnalucata (Ragusa), dove mercoledì scorso si è tenuto un momento di festa per celebrare i dieci anni di presenza in Sicilia. Qui, alla presenza dei soci che coltivano ortaggi in serra (che attualmente sono una trentina per circa 50 ettari di terreni) e dei soci produttori di patate del Siracusano, il presidente di Apofruit Italia Mirco Zanotti ha salutato soci, produttori e dipendenti e si è detto molto soddisfatto dei risultati raggiunti.

“In questi dieci anni molte cose sono cambiate - ha evidenziato Zanotti - I soci produttori hanno registrato numeri in crescita anche grazie alle diverse opportunità, come l’accesso all’innovazione varietale, che Apofruit mette a disposizione dei propri soci, e allo sviluppo di alcune produzioni per le quali la Sicilia è particolarmente vocata. Tra queste la patata Selenella che, oggi, in provincia di Siracusa si estende su oltre 60 ettari, le produzioni di agrumi a Catania, le pesche, le nettarine e l’uva senza semi di Caltanissetta, le melagrane del Palermitano”.

A Ilenio Bastoni, direttore generale del Gruppo (4200 soci, sede centrale a Cesena, strutture e produttori associati che operano in quasi tutte le regioni d’Italia, 12 stabilimenti di lavorazione e 15 centri di ritiro e stoccaggio), il compito di evidenziare i numeri dello sviluppo. “In dieci anni sono raddoppiati sia i dipendenti fissi che gli stagionali, effetto virtuoso dell’aumento del conferimento dei prodotti. Il volume iniziale del prodotto conferito si aggirava sui 13/14mila quintali, mentre oggi, dieci anni dopo, a Donnalucata si conferiscono circa 60mila quintali di prodotto. Oltre al conferimento di pomodoro, che resta la produzione predominante, oggi si producono anche melanzane, zucchine, cetrioli e, tra i prodotti recenti, l’ottimo peperone Sweet Palermo®. Valide alternative per integrare il reddito, verificate tramite test sperimentali, sembrano mostrare i piccoli frutti e le fragole. Ma anche i frutti tropicali come l’avocado e la frutta secca. La Sicilia resta un territorio centrale nelle nostre strategie di sviluppo”.
 
Ilenio Bastoni ha illustrato anche alcuni progetti finalizzati ad accrescere sia le superfici che il numero dei soci interessati alla conversione della produzione da tradizionale a biologica.
Ernesto Fornari, direttore di Canova, la società del Gruppo Apofruit che commercializza il prodotto biologico e tiene rapporti diretti con 800 aziende bio in Italia, ha evidenziato come attualmente il prodotto biologico rappresenti la metà del volume conferito allo stabilimento di Donnalucata.

Un’opportunità da non trascurare per sviluppare nuovi progetti sul territorio è rappresentata dai contributi Ocm: su questo è intervenuto il direttore tecnico di Apofruit Italia, Andrea Grassi. L’iniziativa si è conclusa con la premiazione dei primi soci di Apofruit in Sicilia: Annamaria Aprile per i prodotti convenzionali e Salvatore Guastella per quelli biologici.

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