Export, ecco i Paesi e i prodotti su cui scommettere

La mappa delle esportazioni italiane di frutta e verdura: dati e prospettive

Export, ecco i Paesi e i prodotti su cui scommettere
Mele, pere, kiwi, ciliegie e, soprattutto, uve da tavola. Prodotti della tradizione italiana tutti accomunati da trend di esportazione positivi. Sono gli ultimi dati Istat a valore, elaborati dall'Ice Agenzia e da Fruitimprese, a testimoniare il peso crescente dei nostri prodotti ortofrutticoli di punta nel commercio globale. Non è quindi errato affermare che i produttori e gli esportatori dello Stivale stiano facendo un ottimo lavoro per consolidare il posizionamento del brand "Italia" in tutto il mondo. A partire dallo storico mercato dell'Europa, dove si dirigono circa il 94% delle nostre esportazioni ortofrutticole.

Sappiamo già che la frutta e gli ortaggi freschi, insieme a conserve e succhi vegetali, rappresentano il macro-segmento di mercato più importante per l'export nazionale di alimenti. Nel 2017 questo business ha generato infatti un valore all'esportazione di 8,3 miliardi di euro, pari a circa il 20,5% dell'intero export agroalimentare.

Principali prodotti esportati in valore - Dati 2017 e variazione sull'anno precedente


I vini, con sei miliardi di euro (+6,7% sul 2016) di esportazioni, guidano la classifica dei micro-segmenti dell'agroalimentare, seguiti dai prodotti ortofrutticoli freschi che, a fronte di una crescita del 2,5%, hanno raggiunto un valore record di 5,1 miliardi di euro nel 2017. Poi vengono i prodotti dolciari, in crescita dell'11% sul 2016 a 4,4 miliardi di euro, le conserve e i succhi vegetali con 3,2 miliardi (+1%) e i prodotti lattiero-caseari con 3 miliardi (+11%).

"L'anno scorso - ha sottolineato Anna Flavia Pascarelli, dirigente dell'area Agroalimentare dell'Ice durante la presentazione della 35esima edizione di Macfrut - l'Italia ha spedito all'estero prodotti agroalimentari per circa 40,5 miliardi di euro, registrando un incremento del 7,7%".

Focalizzando l'attenzione solo sull'ortofrutta fresca, la quota maggiore dell'export fa riferimento al comparto della frutta con 3,7 miliardi di euro, mentre gli ortaggi si fermano a quota 1,4 miliardi. Un ammontare minore, ma sempre di rilievo. Sul fronte delle destinazioni, l'Europa pesa per circa 94% dell'export. "La quota dei mercati extra-Ue vale solamente il 6% del totale - ha evidenziato Pascarelli - Per questo motivo, le nostre azioni si stanno orientando soprattutto ai mercati lontani dove le prospettive di crescita sono a doppia cifra".



La Germania, nel complesso, è primo Paese estero acquirente di ortofrutta fresca italiana, pesando circa il 42% del totale. L'Italia, tra il 2016 e il 2017, ha incrementato del 5,8% le vendite in terra tedesca, soprattutto grazie al miglioramento delle performance delle mele (da 228 a 285 milioni di euro), delle uve (da 210 a 239 milioni) e dei kiwi (da 72 a 83 milioni). Da segnalare anche l'ascesa delle ciliegie, passate da 7 e quasi 26 milioni di euro.

Con il 14% di quota, la Francia è il nostro secondo maggiore mercato di destinazione. Qui le esportazioni sono incrementate del 9,5% rispetto al 2016. Crescono in particolare uve (da 120 a 146 milioni) e kiwi (da 25 a 35 milioni), ma anche le mele fanno discreti passi in avanti.



Il ranking prosegue poi con l'Austria (8%), il Regno Unito (7%), la Svizzera (7%), la Spagna (6%) e la Polonia (5%). Questi ultimi due mercati, in particolare, sono quelli che registrano le crescite più elevate nel confronto con l'anno precedente.

Ancora una volta sono kiwi e uva da tavola a segnare le variazioni più significative sia in Spagna (da 53 a quasi 65 milioni per il kiwi; da 34 a 47 milioni per l'uva) che in Polonia (da 12 a 14 milioni per il kiwi; da 51 a 64 milioni per l'uva). Nel Paese iberico, però, siamo cresciuti molto anche nei settori delle arance (tre milioni), delle pesche e nettarine, delle fragole e delle cicorie.

Nel mercato polacco, infine, le albicocche tricolore hanno praticamente raddoppiato il loro mercato, portando il valore a più di 1,5 milioni di euro. Si segnalano, infine, buoni risultati per le clementine (8,7 milioni), le pere (4 milioni) e le ciliegie.

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