Fucino, semine di ortaggi e patate in ritardo di un mese

Tredicimila ettari ancora vuoti. Covalpa: paghiamo le continue piogge

Fucino, semine di ortaggi e patate in ritardo di un mese
L'agricoltura della Piana del Fucino, territorio dell'Abruzzo ad alta vocazione orticola, è praticamente bloccata. Le semine delle verdure e delle patate, prodotto principe di questo bacino a campo aperto esteso su 13mila ettari, sono infatti in netto ritardo a causa dell'alternarsi delle piogge.

"Quest'anno non abbiamo potuto seminare ancora niente - spiega Vittoriano Angeloni, presidente della Covalpa, Organizzazione di produttori specializzata nella coltivazione e nella produzione di ortaggi surgelati - Le continue precipitazioni degli ultimi due mesi - prosegue - non ci hanno consentito di effettuare i primi trapianti, per i quali servirebbe almeno una settimana di bel tempo".

Angeloni stima, in media, un ritardo compreso tra 20 e 30 giorni rispetto alle condizioni normali. "Speriamo ovviamente nel bel tempo - evidenzia il presidente - Se nei prossimi dieci giorni non migliorerà, cominceremo a leccarci le ferite". Si teme, in particolare, un pesante accavallamento delle semine per molti ortaggi, dagli spinaci alle insalate, dalle cicorie alle cime di rapa, dai radicchi ai finocchi, solo per citarne alcuni.

La situazione potrebbe farsi complicata anche per le carote. "Solitamente nel Fucino si iniziavano a seminare sotto i teli plastici dai mesi di gennaio e febbraio, per poi essere raccolte tra fine maggio e l'inizio di giugno; quest'anno, invece, rischiamo seriamente una concentrazione dell'offerta in piena estate", pone l'accento Battista Bianchi, responsabile agronomico della Covalpa e dell'Associazione marsicana produttori patate (Ampp), promotrice del Consorzio di tutela per la Patata del Fucino Igp. "Oggi, tra l'altro, la disponibilità di carote provenienti dalle aree precoci, come la zona vocata di Fiumicino (Roma), è scarsissima. I prezzi alla produzione raggiungono livelli pazzeschi, essendo pagate fino a 50 euro il quintale, mentre di solito vanno dai 10 ai 15 euro il quintale".

"Il ritardo per le patate non è preoccupante perchè sarà recuperato", sottolinea ancora Angeloni. Per il pisello, invece, quest'anno la stagione non partirà nemmeno. "La semina è compromessa - conclude il presidente dell'Op - è ormai troppo tardi per piantare piselli, che, per la nostra realtà, rappresentavano una produzione innovativa. Avevamo programmato di coltivarli su almeno 30 ettari, non ne faremo nessuno".

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