Industria alimentare, Sicilia e Campania ai vertici

I dati Movimprese per il 2017. L'importanza della trasformazione di pomodori e agrumi

Industria alimentare, Sicilia e Campania ai vertici
Sicilia, Campania e Lombardia: questo il podio regionale dell’industria alimentare in Italia stando alle elaborazioni di Anticimex, azienda specializzata nel Pest Management e nei servizi di igiene ambientale, sui dati Infocamere-Movimprese, per il 2017. Sono in tutto 58.413 le imprese attive nel settore nel Paese. La leadership siciliana è frutto di 7.447 aziende, l’1,3% in più del 2016; 7.130, invece, le imprese campane, con un analogo progresso percentuale sull’anno precedente, mentre la Lombardia si attesta a 5.892 unità (+0,2%). A seguire Puglia (4.32 aziende, -0,6%), Emilia Romagna (4.665, -1%), quindi Piemonte, Lazio Veneto, Calabria, Toscana e via via tutte le altre.  



Promodori e agrumi sono i prodotti ortofrutticoli più utilizzati nell'industria: l’Italia ha il primato mondiale per il pomodoro che finisce in lattine e tubetti, anche se la quota più importante a livello di trasformazione spetta agli Stati Uniti con il 34% contro il 14% italiano. Resta il fatto, dicono i dati Ismea, che nel 2016 l’Italia si è confermata il primo esportatore in assoluto di polpe e pelati con una quota che vale tre quarti del valore mondiale (77%), seguita solo a lunga distanza dalla Spagna con il 6%. Ed è prima anche per le esportazioni di passate e concentrati con il 26%, davanti alla Cina (25%).

Dice Valeria Paradiso, responsabile tecnico di Anticimex Italia: “Negli ultimi anni il settore alimentare ha confermato il suo ruolo strategico per il Paese, ponendo sempre più la salute del consumatore al centro della propria filiera. Questo grazie a una normativa più stringente che non solo obbliga le aziende ad adottare un metodo di autocontrollo per identificare e neutralizzare i rischi possibili durante la produzione di un alimento, tra cui la presenza di infestanti, ma ha anche regolamentato l’uso dei prodotti chimici facendo in modo che vengano utilizzati solo se strettamente necessari ed in maniera mirata. Le nuove tecnologie hanno un ruolo chiave per ridurre l’uso di questi prodotti, con un notevole vantaggio per la salute e per l’ambiente”. 

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