Pesche, le aziende private fanno quadrato

L’imprenditore veneto Odorizzi: «Top quality oltre lo standard nella Gdo»

Pesche, le aziende private fanno quadrato
Filiera controllata, freschezza del prodotto, rispetto dell'ambiente, etica, reddito equo. Il comparto delle drupacee torna al centro dell’attenzione – e della programmazione – di molte imprese agricole nazionali.
Dopo la proposta di Annamaria Minguzzi per un marchio internazionale che identifichi la qualità delle pesche Made in Italy e che coinvolga tutti gli operatori interessati (clicca qui per leggere l'articolo), anche l'imprenditore veneto Leonardo Odorizzi svela a Italiafruit News il progetto che condivide con una decina di aziende produttrici e un team di esperti.

“Se il comparto nazionale vuole rimanere competitivo deve adottare da subito contromisure efficaci – spiega – Il nostro obiettivo è riposizionare le produzioni italiane nella grande distribuzione organizzata italiana che, al momento e per vari motivi, vende prodotto d’importazione. Parliamo per ora di prodotti di eccellenza della Puglia, del Piemonte e del Veneto, ma anche di altre regioni: pesche e nettarine che valorizzano il panorama della frutta italiana. Grazie alle dimensioni delle aziende coinvolte (che insieme valgono oltre 100 milioni di euro di fatturato, ndr) possiamo assicurare forniture elevate e qualità costante”.

“L’idea è garantire prodotti dagli standard qualitativi elevati, ottenuti e verificati grazie a rigidi disciplinari di produzione e controlli – aggiunge l’imprenditore veneto - Ben venga, dunque, l’iniziativa della Minguzzi che pensa a un coinvolgimento dei vivaisti, a liste varietali ad hoc, oltre che alla pianificazione delle epoche di commercializzazione”.

Il progetto si concretizzerà già nell’imminente campagna estiva. “In questo senso l’annata sembra favorevole – osserva Odorizzi – Nel primo mese di commercializzazione, tra maggio e giugno, sia in Italia sia in Spagna ci sarà scarsità di pesche e nettarine per via delle gelate. Potrebbe essere l’occasione giusta per confrontarsi con i buyer della Gdo. E’ l’unico modo per assicurare, ognuno per le proprie competenze, un futuro al settore”.

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