Rivoluzione Infia: «Ci adeguiamo a un mercato che corre»

Riorganizza il flusso produttivo, aumenta offerta e formati. «Materie prime, boom dei costi»

Rivoluzione Infia: «Ci adeguiamo a un mercato che corre»
L’aumento del costo delle materie prime da un lato, la riduzione dei volumi di ortofrutta dall’altro: un primo scorcio di 2018 complesso per le aziende del settore del packaging, che cercano di ampliare l’offerta e intercettare i nuovi trend per aumentare la competitività. E’ il caso di Infia, azienda ai vertici nel comparto dei contenitori primari per la frutta e la verdura fresca, reduce da un 2017 particolarmente significativo: “Abbiamo da poco completato l’importante processo di trasformazione dello stabilimento produttivo di Bertinoro, nel Forlivese, che era stato avviato nei primi mesi del 2016”, spiega il direttore commerciale Fabio Zoboli (nella foto). “Un investimento voluto per rispondere in maniera adeguata ai veloci cambiamenti dei mercati: le significative trasformazioni che si sono verificate in questi anni sia nel mix sia nella gamma dei prodotti presenti nella Gdo europea e la crescita degli scambi tra i vari continenti, fanno sì che sia sempre più complesso prevedere con anticipo, per un’azienda che produce cestini, quali saranno i formati richiesti. Prendiamo in considerazione, ad esempio, il mercato dei piccoli frutti e delle fragole: fino a qualche anno fa si utilizzavano al massimo tre o quattro formati, oggi invece, oltre all’esponenziale aumento dei quantitativi coltivati in tutto il mondo, la gamma necessaria è cresciuta di almeno 30 volte”. 


Lo stabilimento di Bertinoro

“Il percorso intrapreso al fine di rimanere una delle aziende leader a livello mondiale - sottolinea ancora Zoboli - ci ha portato a riorganizzare completamente il flusso produttivo. Abbiamo aggiunto tutta una serie di strumenti che ci permettono di rispondere con la massima velocità e flessibilità a qualsiasi richiesta da parte dei nostri clienti. Il potenziamento attuato ci permette di inserire tappetini protettivi, pluriball o pad assorbenti su quasi tutti i nostri prodotti; possiamo altresì applicare etichette su tutte le tipologie di cestini, coperchi o clamshell. Anche processi e tecnologie che noi per primi abbiamo introdotto vent’anni fa, come la tracciabilità e la possibilità di stampare direttamente sui cestini, sono stati ulteriormente incrementati”. Il 2017 è stato quindi molto intenso per tutto lo staff di Infia: “un anno che ci ha portato a confermarci come realtà industriale che rappresenta lo stato dell’arte del nostro settore e vuole essere preparata agli importanti mutamenti che si stanno affacciando all’orizzonte”.

Cambiamenti che hanno nella sostenibilità una delle priorità assolute: “La riduzione dell’impatto ambientale, degli imballaggi in genere e di quelli plastici nello specifico, rimane oggi, la sfida più grande che il nostro settore deve affrontare”, dice Zoboli. “Credo però vada fatta qualche considerazione in proposito: senza l’utilizzo di imballi primari, la quantità di ortofrutta disponibile per i consumatori sostanzialmente crollerebbe e con essa si perderebbero i connessi benefici in termini di salute e qualità della vita, così come si ridurrebbe drasticamente l’interscambio di frutta e verdura, con tutte le ricadute sociali che questo porterebbe. Le produzioni agricole non estensive oltretutto creano moltissimi posti di lavoro che, soprattutto nelle aree in via di sviluppo come il vicino Nord Africa, favoriscono la riduzione dell’emigrazione di tipo economico. Non bisogna poi dimenticare che, nei Paesi in cui la Gdo non è ancora presente e la vendita di ortofrutta avviene solo sfusa, una grande percentuale di prodotto fresco viene scartato a causa dei problemi di protezione, conservazione e logistica. L’ortofrutta, dunque, non può prescindere dall’utilizzo degli imballi”.


Soluzioni Infia per i piccoli frutti

Il sistema però - precisa il direttore commerciale di Infia - deve trovare la soluzione per ridurne l’impatto e trasformare l’imballaggio usato in una risorsa: “La plastica, il materiale che viene percepito dall’opinione pubblica come più impattante per il sistema, rimane il prodotto che dà le migliori risposte dal punto di vista di costi, protezione e presentazione del prodotto fresco. Se la gestione dell’imballo stesso viene fatta all’interno di un sistema di riciclo integrato, il materiale recuperato dal post consumo diventa un’opportunità. In passato, abbiamo lavorato anche con bioplastiche. Dal punto di vista tecnico, pur con qualche problematica, questi materiali rinnovabili hanno risposto abbastanza bene alle necessità richieste al prodotto, come trasparenza ed economicità. Rimaneva però il problema del post consumo: i materiali adatti a fare cestini non sono biodegradabili e il compostaggio deve essere di tipo industriale. In questi anni la l'Europa ha posto tra i suoi obiettivi la riduzione dell’impatto ambientale degli imballaggi e del riutilizzo dei materiali riciclati e nel 2008 è uscito il primo regolamento che fissava i principi fondamentali per l’utilizzo di plastica riciclata per il contatto alimentare. In questi 10 anni - prosegue Zoboli - si è snodato un percorso che ci ha portati alla soglia di un passaggio credo epocale: nel giro di pochissimo tempo una buona parte dei cestini prodotti in Europa sarà in plastica riciclata e, nonostante la quota di polimeri utilizzata sia in realtà minima nell’insieme, si presume meno del 1% rispetto alla quantità di plastica utilizzata per il packaging, questo cambiamento porterà una ulteriore spinta alla riduzione della dispersione di imballaggi nell’ambiente”.

Per quanto riguarda i primi mesi del 2018, “la particolare climatologia che ha caratterizzato la seconda parte dell’inverno ha significativamente ridotto e rallentato tutte le produzioni del sud dell’Europa e del Nord Africa, con un importante riduzione dei volumi di ortofrutta prodotti; contemporaneamente si è, purtroppo, ulteriormente consolidata la forte tendenza all’aumento del costo delle materie prime”. Sono oramai sei mesi, puntualizza Zoboli, “che le aziende di settore subiscono forti incrementi nei polimeri, in primis, ma anche nei materiali accessori, quali cartone e quelli di consumo. Questo trend ci ha obbligato a rivedere più volte i nostri listini e devo riconoscere che il mercato ha preso atto, più velocemente rispetto di altri anni, di questo momento congiunturale”.   

In questi giorni, intanto, Infia è impegnata al Global Berry Congress di Rotterdam, il più importante incontro annuale per il settore dei piccoli frutti: iniziato ieri, si concluderà domani, mercoledì 21 marzo. L'azienda romagnola presenzia l'evento con un proprio stand.

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